Massacra l'ex moglie, la verità di Rizzo:
«Alimenti e debiti, ho perso la testa»

Mercoledì 31 Luglio 2013 di Paolo Calia
Stefano Rizzo e il figlio Federico: la madre temeva per il ragazzo
TREVISO - Davanti al giudice per le indagini preliminari Umberto Don, si avvalso della facolt di non rispondere. Stefano Rizzo, che mercoled scorso ha aggredito l'ex moglie a colpi d'ascia, assistito dagli avvocati Barbara Cotrufo di Padova e Annamaria Giovannetti di Conegliano, ieri mattina ha scelto la via del silenzio. I suoi legali hanno chiesto al Gip di trasformare la custodia cautelare in carcere in arresti domiciliari: secondo loro non ci sarebbero più i presupposti per una detenzione mentre l'attuale compagna si sarebbe resa disponibile a ospitarlo in casa. Richiesta respinta: carcerazione confermata per timore di fuga o di reiterazione del reato.



Sempre ieri, ma a Conegliano, Rizzo è stato protagonista di un altro processo, questa volta civile. Il giudice ha preso in esame un'ingiunzione di pagamento presentata dalla cugina di Gianangela Gigliotti, la ex moglie aggredita a colpi d'accetta. La donna reclama diecimila euro e, pochi giorni fa, ha spedito a Rizzo anche un'ingiunzione di pagamento. Non è ben chiara la natura del debito. Nella pratica di divorzio con la Gigliotti è saltata fuori una carta dell'aprile 2010 con cui Rizzo si prende l'impegno di dare 1500 euro al mese alla ex moglie e di pagare i diecimila euro alla cugina. Esborsi non da poco per uno che guadagna 1800 euro al mese.



Evidentemente, all'epoca Rizzo poteva contare anche su altre entrate. Poi la crisi ha colpito duro e fare fronte a due spese così pesanti è diventato impossibile. Il giudice civile non ha comunque concesso la provvisoria esecuzione dell'ingiunzione. «Rizzo adesso è un uomo sotto choc, molto provato è sconvolto per la situazione in cui si è cacciato. Oggi (ieri ndr) ha pianto - dice l'avvocato Cotrufo - e chiesto informazioni sullo stato di salute della ex moglie. Il suo è stato uno scoppio di pazzia, di rabbia. Ha 53 anni, ha sempre lavorato, incensurato, non ha vizi, si è fatto una famiglia, ha divorziato e se n'è fatta un'altra. Però ha dovuto fare fronte a una situazione economica molto pesante. Oltre all'assegno per la ex moglie, si è fatto carico di altri debiti della famiglia. Ha dovuto sopportare una grande pressione davanti alle richieste e ingiunzioni di pagamento anche della ex compagna. Alla fine è esploso».



Questo non giustifica l'insensata violenza, ma inquadra la delicata situazione nata da una rapporto familiare andato a pezzi. E forse non è un caso che la follia omicida sia deflagrata proprio a una settimana dall'udienza per il debito dei diecimila euro. «Ha anche provato a suicidarsi senza trovarne il coraggio - rivela l'avvocato - ma tante cose di non le ricorda da quanto era sconvolto».
Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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