Agricoltori disperati: «Qui non è rimasto nulla, salve soltanto le cipolle, compratele»

Giovedì 27 Luglio 2023
Maltempo e agricoltura

MORIAGO (TREVISO) - Piante orticole e mais sterminati dalla grandine e dal vento a Mosnigo. Agricoltori in ginocchio dopo il maltempo che pure qui, lunedì notte, ha lasciato il segno, danneggiando anche abitazioni, coperture, auto. «Avevo 7mila metri quadrati di terreno a orto: non è rimasto nulla, forse solo le patate che sono sottoterra, sempre che con tutta questa acqua nel frattempo non marciscano», testimonia Matteo Frezza, 38 anni, titolare dell'omonima azienda agricola di via Col Visentin avviata 10 anni fa quando la fabbrica in cui lavorava chiuse e lui da operaio si reinventò agricoltore. In queste ore, anche via social, ha lanciato un appello per piazzare le migliaia di cipolle che qualche giorno prima della grandine aveva raccolto e messo a seccare sotto una tettoia, di cui oggi, dopo la tempesta, rimane poco o nulla.

«Non si è salvato niente di tutto il mio lavoro, tranne il raccolto di cipolle che avevo appena messo al sicuro e che ora rischia di essere perso, perché non mi è rimasta alcuna copertura -l'appello pubblicato sui social da Frezza- Vi chiedo il favore di aiutarmi e prendere almeno le cipolle rimaste». «L'appello -aggiorna poi- è stato recepito da moltissime persone: sono molto grato».

Una simile ondata di maltempo a Mosnigo non si era mai vista: «La grandine non era grossissima, ma era tanta e unita a un forte vento: faceva paura -testimonia il 38enne- Mia nonna che ha quasi 90 anni, ha detto di non aver mai visto una cosa simile». Guardando alla desolazione del suo orto aggiunge: «Avevo mille metri quadrati a zucca e non c'è più niente, come pure sono andati distrutti pomodori, ne avevo a quintali, zucchini, fagiolini e ogni altra coltura stagionale. Due serre sono completamente distrutte, irrecuperabili. Il vento è riuscito addirittura a piegare i pali in cemento della serra che erano stati piantati con l'escavatore un metro sotto la terra. Difficile per il momento fare una stima dei danni. E purtroppo, avendo verdure così diverse, mi era stato consigliato di non assicurarmi. Ora riparto, rifaccio le serre e poi se arriverà un'altra ondata simile, che succederà?».


ADDIO MAIS
Poco lontano, sempre a Mosnigo, azzerata la produzione di mais di Giovanni Spadetto. «Quasi 20 ettari di mais annientato -testimonia l'agricoltore- Mi è rimasto, forse, metà raccolto: la pianta è defogliata e questo significa che non matura più. Mai vista una devastazione simile. Ho visto la tempesta crivellare il tetto della stalla: sembrava una mitragliatrice. C'era tantissimo vento. La copertura della stalla, al cui interno ho una ventina di capi tra vitelli, vacche e tori, è saltata via e ora con le ferie alle porte non ci trova nessuno che ti rifaccia la copertura». (cb)

Ultimo aggiornamento: 13:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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