La figlia è malata: i colleghi in cassa integrazione regalano le ferie ai genitori

Lunedì 6 Aprile 2020 di Elena Filini
Reparto di pediatria

«Ho colleghi in cassa integrazione che mi hanno donato le loro ferie. Amici che in questo periodo durissimo devono fare i conti con il fine mese e non ci hanno pensato un secondo. La gara di solidarietà mi ha fatto capire che la vita, se da qualche parte sembra togliere, da qualche altra dà. Generosamente. Incondizionatamente». Non è il primo caso di ferie solidali nella Marca trevigiana. Ma il gesto è ancora più forte in questi tempi di stasi, isolamento. E di progressiva difficoltà economica per molte famiglie. Una storia esemplare che ribadisce come, nei momenti di difficoltà, spesso venga fuori il meglio di noi.
LA SINDROME DI RETT
Isabella è una principessa. Bella e fragile. Vive in un mondo che anche i suoi genitori provano ad immaginare. Affetta dalla nascita da una malattia genetica rara, la sindrome di Rett, che colpisce prevalentemente bambine e per la quale ad oggi non esistono cure risolutive, Isabella, che oggi ha 11 anni, ha contratto un’ influenza di tipo B con conseguente polmonite, al tempo del coronavirus. La sua quotidianità, già difficile, si aggrava. Due tamponi, il primo a Feltre e il successivo a Verona, danno esito negativo. Si esclude il Covid 19. Ma poco importa: la bambina ha bisogno comunque di un respiratore. 
LE CURE
Vista la gravità delle condizioni, viene trasferita in terapia intensiva a Verona e i sanitari spiegano subito ai genitori che c’è necessità di assistenza 24 ore al giorno in considerazione della particolarità della paziente. La crescita esponenziale di ricoveri per coronavirus complica la gestione di tutte le attività correnti, anche i casi gravi come quello di Isabella. All’ospedale, soprattutto per l’emergenza Coronavirus, spiegano i medici, dell’assistenza della “principessa” non possono farsi carico che i genitori, isolati e monitorati nello stile di vita e negli accessi al reparto. Viste le disposizioni, Massimiliano M., 49 anni, non può rientrare al lavoro e le sue ore di ferie non sono più sufficienti a coprire questo periodo prolungato. 
GLI AIUTI
Nel frattempo a Pederobba, come in tutta Italia, nel comparto industriale il blocco imposto dai decreti governativi getta un’ombra pesante sulla produzione e, a cascata, sui lavoratori, costretti ad impegnare le ferie e a ricorrere alla cassa integrazione. Alla Fotomeccanica srl, però, tra colleghi, non c’è bisogno di dirsi nulla. L’azienda, che conosce da vicino la difficile quotidianità della famiglia, promuove coralmente la donazione: i dipendenti regalano un numero importante di ore, con l’integrazione e la ratifica della proprietà. Così arrivano in brevissimo tempo a più di 50 giorni di ferie solidali che consentono a Massimiliano di poter seguire la figlia in ospedale per tutta la durata della degenza. Ogni dipendente ha ceduto al papà di Isabella quanto poteva. 
LA SITUAZIONE
Nonostante il momento critico e le nebulose prospettive per il futuro. Il vero valore di questo regalo è infatti dato soprattutto dalla contingenza: in un momento difficilissimo per la salute e la tenuta economica di ogni famiglia, c’è chi comunque non esita. Il mese di marzo è stato interamente trascorso nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Verona da tutta la famiglia.
LA RIPRESA
E dopo 35 giorni la principessa è tornata a casa. È stata curata, è stata tutelata all’interno di un reparto efficiente e preparato anche riguardo a questa micidiale epidemia. Grazie all’assistenza, all’amore e alla solidarietà. Per questo oggi i genitori di Isabella sentono di dover assolutamente dire grazie: «Credo che mia figlia oggi abbia tanti papà e tante mamme in più - conclude Massimiliano - in un momento così difficile ci hanno fatto comprendere davvero cosa significhi essere, anche all’interno delle aziende, una comunità».
 
Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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