Maggioranza spaccata: Grigoletto
battuto sulla mozione Caldato

Giovedì 25 Febbraio 2016 di Paolo Calia
Roberto Grigoletto, Giovanni Manildo e Maristella Caldato: il tempo dei sorrisi è finito
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TREVISO - Maggioranza sull'orlo di una crisi di nervi. Anzi: anche un po’ oltre. E tutto per una mozione presentata in consiglio comunale dalla ribelle Maristella Caldato, recentemente espulsa dal Pd. In buona sostanza la Caldato ha presentato una mozione che invitava il consiglio comunale a chiedere una rivisitazione del regolamento comunale per la distribuzione di contributi economici. Regolamento che però gli uffici stanno già rivedendo da alcune settimane. Il vicesindaco Roberto Grigoletto ha chiesto di respingerla in quanto inutile. Richiesta però arrivata dopo che i capigruppo di maggioranza, nell'ultimo ufficio politico, avevano dato l'ok al voto favorevole.

È stata necessaria una lunga sospensione per consentire alla maggioranza di trovare una linea comune. In una riunione a porte chiuse piuttosto accesa Said Chaibi (Sel) si è scagliato contro Grigoletto. Il vicesindaco si è così trovato contro una parte della coalizione. Chaibi, una volta ritornato in aula, è stato durissimo: «Non entro nel merito di questo dispositivo. Più importante è tornare a parlare di politica e di non continuare a mettere le questioni personali al centro di ogni discussione». Chiaro il riferimento di Chaibi: secondo lui l'ostilità di Grigoletto nei confronti della Caldato è dovuta solo a una contrapposizione che di politico ha poco. Sel ha garantito l’appoggio alla mozione Caldato e così anche Michela Nieri (Pd). Impegno Civile è rimasto a metà del guado. E Andrea De Checchi (Pdl) ha infilato il dito nella piaga: «Il senso politico di tutto questo è che il vicesindaco è stato sfiduciato». Alla fine Grigoletto ha ripreso la parola lasciando libertà di voto ai consiglieri. La mozione è passata e la Caldato ha centrato la sua prima vittoria da "ribelle".

«Una tempesta in un bicchiere d'acqua. Amministrare una città è un'altra cosa - ha detto il sindaco Giovanni Manildo dopo aver taciuto per un giorno - Il consiglio comunale, in quanto istituzione democratica, merita ed esige che il confronto avvenga in maniera serena, nel rispetto dei ruoli e delle persone e su temi veri. Si è parlato di nulla: le azioni oggetto della mozione erano già previste nell'ambito dell'assessorato al sociale». 
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