Tensioni nella Lega. «Autonomia, sbagliato chiedere le 23 materie». Bitonci: «L'impostazione giusta è la legge quadro. E meglio iniziare con temi minori»

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Tensioni nella lega
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Mentre a Roma la Lega di Matteo Salvini è impegnata nella formazione del Governo (e tra i ministeri attesi, oltre a Economia, Sicurezza, Infrastrutture, ci sono anche gli Affari regionali - e sarà da vedere se saranno riassegnati a Erika Stefani o se, come è stato chiesto da più parti, li prenderà il Capitano), in Veneto il partito è sulle montagne russe tra regole congressuali e dibattiti sulla mancata realizzazione dell'autonomia. Ed è su questo tema che stanno facendo discutere le parole del deputato padovano leghista Massimo Bitonci, così interpretate tra i due palazzi della politica veneta sul Canal Grande: sono passati cinque anni dal referendum e l'autonomia ancora non c'è? colpa della Regione (e quindi del suo governatore Luca Zaia) che ha chiesto 23 materie, troppe tutte in un colpo.

Bitonci, che già aveva bocciato l'ipotesi di aumentare le tasse in un periodo di stagnazione, l'altra sera a Focus su Rete Veneta, ha detto: «Perché non abbiamo portato a casa l'autonomia? Nel momento in cui chiedo 23 materie, in un anno è difficile... Magari, come succederà tra qualche settimana, se partiamo da una legge quadro, che è la cornice, e poi si fanno i decreti attuativi, allora si può procedere più velocemente».


L'ITER
Quindi è stato un errore, come peraltro sostiene il Pd, chiedere tutte le 23 materie? E allora com'è che l'Emilia Romagna, che me ha chieste meno, è nella stessa situazione?
Ieri, al Gazzettino, il deputato padovano ha esplicitato il suo pensiero: «Non dico che sia stato un errore chiedere le 23 materie, ma con quella impostazione sarebbe stato difficile concretizzarle anche se il Governo (il Conte I tra M5s e Lega, ndr) fosse andato avanti cinque anni, che poi invece è durato un anno. Si consideri che solo discutere di una materia ci vogliono mesi, bisogna avere i Lep e i costi standard». E allora? «L'impostazione corretta - dice l'onorevole Bitonci - è quella della legge quadro e quindi dei decreti attuativi. E trattare una competenza alla volta, magari partendo anche dalle materie considerate minori, penso ad esempio alla formazione. L'importante è rompere il ghiaccio». Per arrivare poi alla compartecipazione delle imposte: «È la compartecipazione - dice Bitonci - la vera imposta federalista. Compartecipazione all'Iva o all'Irpef. Che non vuol dire aumentare le tasse, ma trattenere sul territorio una parte, anche piccola, delle tasse che i contribuenti già pagano. Il futuro è quello».


LE OBIEZIONI
Resta il fatto che le parole di Bitonci hanno fatto scalpore, anche perché la mancata realizzazione dell'autonomia - e sabato 22 ottobre saranno cinque anni dal referendum - a Venezia viene imputata ai Governi di cui ha fatto parte la Lega e quindi ai parlamentari che non si sarebbero attivati a sufficienza. E infatti Luciano Sandonà, presidente della Prima commissione in consiglio regionale, non sorvola: «Questo distinguo di Bitonci sull'autonomia è una novità, la linea del partito è sempre stata quella di chiedere tutte le 23 materie».


I CONGRESSI
Ma a tenere banco è anche il congresso regionale, visto che non potranno candidarsi a segretario i consiglieri e gli assessori di Palazzo Ferro Fini e del Balbi, mentre potranno farlo i parlamentari e i sindaci. L'esclusione è stabilita dal regolamento del partito (che probabilmente in pochi avevano letto), tanto che adesso si spera nelle deroghe. «In questo momento - dice il presidente dell'intergruppo Lega-Zaia Presidente in consiglio regionale, Alberto Villanova - il partito ha bisogno di tutte le forze in campo, i militanti non capirebbero l'esclusione di una o più categorie dalla fase congressuale. Spero che il partito non escluda nessuno».


E l'assessore regionale Roberto Marcato, fino a ieri tra i papabili candidati: «Che io non possa fare il segretario regionale è un problema relativo. Sarebbe invece quantomeno suggestivo per un partito territoriale, autonomista, che arriva dalla Lega Nord, che a fare i segretari regionali siano solo i parlamentari da Roma e non gli amministratori del territorio. Attendo i regolamenti provinciali e regionali per capire veramente se la volontà del partito è di dare la possibilità al territorio di esprimersi o se vi siano altre logiche». E Bitonci cosa pensa di questo regolamento che esclude dalle candidature i regionali? «È una materia che non conosco». Ma potrebbe profilarsi una sua candidatura a segretario veneto della Lega? «Assolutamente no, abbiamo un bravissimo commissario, Alberto Stefani, che spero diventi anche segretario».

Ultimo aggiornamento: 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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