Insegnante si presenta a scuola senza vaccino né Green Pass: sospesa e stipendio tagliato

Venerdì 10 Settembre 2021 di Mauro Favaro
Insegnante si presenta a scuola senza vaccino né Green Pass: sospesa e stipendio tagliato
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CONEGLIANO (TREVISO) - Un'insegnante non vaccinata e senza Green Pass è stata sospesa dal servizio, con il relativo taglio dello stipendio. È successo in un istituto superiore della zona di Conegliano, è il primo caso nella Marca. La professoressa, che ha una lunga esperienza alle spalle, si era presentata a scuola il primo settembre. Non essendo in possesso della certificazione verde, però, non è stata fatta entrare. Non si è sottoposta nemmeno ai tamponi. Dopo 5 giorni di assenza è scattata la sospensione formale. E ora l'insegnante si prepara a diffidare la scuola e a chiedere il rimborso dello stipendio non percepito. Il caso adesso è seguito dalla Gilda degli insegnanti di Treviso. «Quando le è stato negato l'ingresso a scuola, la docente è tornata a casa spiega la coordinatrice provinciale Michela Gallina la legge non consente l'ingresso a scuola per il dipendente privo di Green Pass, il lavoratore però può comunque recarsi sul posto di lavoro, atto che dimostra la sua intenzione di lavorare, e poi inviare la diffida nel momento in cui gli viene interdetto l'accesso all'edificio, riservandosi in un secondo momento di chiedere il rimborso degli stipendi non erogati».

Per la Gilda i presidi non hanno l'autorità né per sospendere né per comminare multe, che potrebbero arrivare fino a 1.000 euro, ai docenti e al personale scolastico non in possesso della certificazione verde.


LA SITUAZIONE

«Finora sono emersi cinque o sei casi di docenti e personale Ata che non hanno presentato la certificazione verde - ha rivelato Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso - la situazione ad oggi appare comunque sotto controllo: non sembra che ci sia un fenomeno diffuso in questo senso». Il conto, però, è inevitabilmente per difetto. Solo lunedì arriverà la prova del nove. Alcuni insegnanti e collaboratori scolastici sono già stati bloccati all'ingresso perché il Green pass non era in regola. Questi episodi per il momento si sono risolti grazie al tampone, con esito negativo, pagato dai diretti interessati. Ma due docenti hanno fatto trasparire tutta la loro contrarierà anche nel corso dell'incontro di formazione andato in scena martedì tra il personale scolastico e il dipartimento di Prevenzione dell'Usl della Marca. «Invitiamo tutti i colleghi - hanno detto - a rivolgersi a un avvocato per avere il rimborso dei tamponi attraverso un decreto ingiuntivo». Altri insegnanti, invece, hanno provato ad aggirare il problema presentando alle scuole dei certificati firmati da alcuni legali che secondo loro possono sostituire il Green pass. «Ma sono documenti di fatto inventati -concludono i presidi- non li prendiamo nemmeno in considerazione».


L'ALTRO FRONTE

È una strada in salita quella che sta portando la scuola della Marca verso il primo giorno del nuovo anno, lunedì 13 settembre. Sugli istituti stanno piovendo diffide da parte di famiglie che non intendono far indossare la mascherina ai loro figli fino al 31 dicembre (il termine attualmente previsto). E non basta. La polizia locale di Treviso, lunedì mattina, schiererà della pattuglie per verificare il corretto utilizzo delle mascherine e scongiurare il formarsi di assembramenti. «Terremo sotto controllo le fermate dell'autobus e gli ingressi delle scuole: La verifica dei Grenn pass la faranno gli istituti», conferma il comandante Andrea Gallo. Il fenomeno si fa sempre più consistente in vista del suono della prima campanella: da lunedì i 130mila alunni e studenti del trevigiano torneranno tutti in presenza. I casi si stanno moltiplicando in particolare nella zona della pedemontana, l'area dove storicamente sono più diffuse e radicate le posizioni no-vax. E nelle ultime ore i presidi hanno iniziato a confrontarsi per capire come gestire una situazione che rischia di farsi incandescente anche tra i banchi. «Come dobbiamo comportarci davanti a queste diffide accompagnate da note legali? - è la preoccupazione dei dirigenti scolastici - nel caso in cui da lunedì qualcuno effettivamente si rifiutasse di indossare la mascherina in classe, si rischierebbero contrasti difficili da arginare». Oltre a tutte le ipotesi sul tavolo, ad oggi alunni e studenti dai 6 anni in su sono obbligati a indossare le mascherine in aula. Non solo in mancanza del distanziamento tra i banchi. La conferma è arrivata dalle ultime linee guida diffuse dall'ufficio scolastico.

Ultimo aggiornamento: 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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