Morte del giornalista Chiades, indagato un medico

Domenica 3 Gennaio 2021 di Annalisa Fregonese - Serena De Salvador
Morte del giornalista Chiades, indagato un medico

TREVISO - «Vogliamo soltanto completa chiarezza, la certezza che lo abbia stroncato un'embolia. A causa del Covid non lo vedevamo di persona da settembre, perciò desideriamo capire esattamente cosa sia successo. Lui avrebbe voluto così». È il desiderio di capire cosa sia accaduto nelle ultime ore di vita di Giovanni Chiades a muovere la moglie Cristina Moretto e le due figlie. Ore che hanno dovuto trascorrere lontano da lui, da anni ospite del centro Casamia di Casier dopo il tremendo incidente di cui era stato vittima nel febbraio 2007 e spirato il 18 dicembre. La morte del giornalista, avvenuta al Ca' Foncello dove era ricoverato per la rottura di un femore, è finita in procura: dopo la denuncia presentata dai familiari, l'autopsia è stata fissata per martedì. E c'è un indagato per omicidio e lesioni colpose, il medico opitergino che seguiva l'ex cronista del Gazzettino.
L'ITER
Martedì mattina il medico legale Alberto Furlanetto, nominato dal giudice Mara De Donà, procederà all'esame autoptico alla presenza del collega Angelo Ferri, nominato dall'indagato. 

L'autopsia servirà a chiarire cosa possa aver provocato la morte di Chiades, sopraggiunta a 55 anni per embolia polmonare e, appunto, se vi siano responsabilità da parte dal medico che si occupava di lui.

Gli atti dunque diranno se vi sia stata imperizia, mancanza di cure o, se al contrario, il paziente abbia ricevuto tutta l'assistenza adeguata alle sue condizioni di salute e nessuna mancanza possa essere imputata al medico.


LA FAMIGLIA
«È doveroso sottolineare che il Covid ha messo e mette a durissima prova tutte le strutture sanitarie - spiega la moglie - Anche il personale di ammala e le conseguenze non sono solo le maggiori difficoltà nel seguire gli ospiti, ma soprattutto il fatto che questi ultimi si ritrovano soli, costretti alla lontananza dai loro cari. Il Covid non uccide solo per malattia, fa morire anche di solitudine».
Solitudine a cui anche Giovanni era costretto da mesi, inframmezzata solo da qualche videochiamata. «Lo abbiamo visto di persona l'ultima volta a settembre. A dicembre ci aveva comunicato lui stesso al telefono la frattura del femore e il ricovero in ospedale, ma restare in contatto di questi tempi è difficile. Quando è sopraggiunta la polmonite e in seguito l'embolia polmonare ci siamo trovati impotenti. Giovanni se ne è andato lontano da noi e adesso vogliamo semplicemente essere certi di cosa sia accaduto, che tutti gli esami e le cure siano stati prestati sia durante il ricovero che per accertare la causa del decesso. Per noi è un atto dovuto, dovuto a lui stesso. Non essendo potuti essere lì, vogliamo fare piena chiarezza. La situazione è delicata e le indagini faranno il loro corso».

I funerali non sono ancora stati fissati.


Giovanni Chiades era un professionista noto in tutto il Veneto. Aveva iniziato la sua carriera a Radio Treviso Alfa, passando per la Tribuna di Treviso e la Nuova Vicenza, per poi essere assunto dal Gazzettino. Nel febbraio 2007 lungo la A27 a Vittorio Veneto il tremendo incidente, che ne aveva compromesso irrimediabilmente le funzioni motorie.
 

Ultimo aggiornamento: 18:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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