Electrolux di Susegana, il lavoro in azienda riparte con 300 volontari

Martedì 28 Aprile 2020 di Mattia Zanardo
Electrolux di Susegana, il lavoro in azienda riparte con 300 volontari

Quasi 300 lavoratori sono rientrati ieri all'Electrolux di Susegana. Tutti volontari. Come concordato, infatti, in fabbrica è tornato solo chi ha voluto farlo, rispondendo all'invito dell'azienda per una prima ripresa dell'attività dopo il blocco delle scorse settimane. Una minoranza, va detto, rispetto al migliaio di addetti totali, ma comunque sufficienti a riattivare tre linee produttive, con un'articolazione su un solo turno di sei ore. La multinazionale del freddo guida la pattuglia di industrie che anche nella Marca hanno deciso di anticipare la scadenza del lockdown prevista, per il manifatturiero, il prossimo 4 maggio, dopo aver comunicato la deroga alla Prefettura. 

LA FASE 2
Per tutte, però, i motori girano ancora al minimo. E questa fase 2 lenta riguarda, in prevalenza, il metalmeccanico, mentre altri settori, come ad esempio il tessile, attendono la prossima settimana. Anche dopo quella data, comunque, difficilmente si assisterà a un repentino ritorno alla piena operatività: l'obiettivo comune, piuttosto, è di aumentare gradatamente, valutando via via anche la risposta del mercato.

LE ALTRE AZIENDE
Alla De' Longhi era già in funzione da lunedì 20 una linea per la produzione di macchine da caffè Nespresso. Da ieri si è passati al doppio turno di lavoro e si sono aggiunte pure alcune linee delle superautomatiche. Anche in questo caso, tutti gli addetti - 240 persone circa - sono volontari. Fase 2 alla Permasteelisa con un contingente di un'ottantina di tecnici e operai, su circa 800 dipendenti totali, per portare a termine dei progetti rinviabili. Nell'azienda di Vittorio Veneto, come in molte altre, progettisti e impiegati (qui oltre 200) dall'inizio dell'epidemia stanno operando in smart working. 

SGUARDO ALL'ESTERO
Proseguendo la rassegna del metalmeccanico, anche la Sole di Oderzo aveva già rimesso in moto le linee dal 22 aprile, con 30-35 lavoratori per ognuno dei tre turni.

Nell'industria opitergina, produttrice di componenti per auto, lo sguardo è rivolto soprattutto alla ripresa del settore tedesco, con il gruppo Volkswagen, primo cliente, che, a sua volta, proprio ieri ha riavviato l'impianto principale di Wolfsburg. Qualche giorno prima, il 16 aprile, si erano aperti anche i cancelli della Berco di Castelfranco per una trentina di dipendenti. Tra i big del tessile, il gruppo Benetton, ad esempio, punta al 4 maggio, ma non ha mai smesso del tutto di operare: il 30% dei dipendenti è in smart working. Così come non si è mai bloccata l'attività dei magazzini, sia pur limitata all'e-commerce. A partire da questa settimana, sono stati riavviati alcuni processi in vista della prossima riapertura, a cominciare dal centro imballo. In totale, comunque, si parla di non più di una settantina di addetti nello stabilimento. Il clima tra i lavoratori pare cambiato. «Raccolgo parecchia delusione sui mancati allentamenti delle restrizioni da parte del nuovo decreto governativo - nota Gianni Boato, segretario aggiunto della Femca Cisl Belluno Treviso - naturalmente la sicurezza sanitaria viene prima di tutto e i controlli devono essere rigorosi. Ma le persone ormai hanno la chiara percezione dei rischi e hanno dimostrato senso civico». 

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