I (primi) 25 anni dell'Aipd, gruppo di famiglie e volontari che aiuta i giovani con sindrome di Down

Sabato 20 Aprile 2024 di Gigi Bignotti
Il gruppo di volontari Aipd

Un'associazione veneziana spegne quest'anno le sue (prime) 25 candeline: è l'Aipd (Associazione Italiana Persone Down) sezione Venezia-Mestre che conta un centinaio di associati in tutta la provincia e che impegna alcune decine di volontari ed educatori in una missione di grande valore etico e sociale.

E' nata nel 1999 con un primo nucleo creato da una famiglia trasferitasi in laguna da Roma e che viveva in centro storico con il proprio figlio adolescente.  Il territorio non offriva molte opportunità di crescita e vera inclusione e i genitori hanno così importato il modello che avevano conosciuto e "provato" nella Capitale riuscendo piano piano a riunire altre famiglie con lo stesso obiettivo. La sede, inizialmente nella stessa casa dei fondatori, si è poi spostata in terraferma e da alcuni anni è un animato e accogliente stabile di via Andrea Costa 12, in centro a Mestre.

Punto di riferimento

«L'Aipd vuole essere un punto di riferimento per le famiglie, gli operatori socio-sanitari, per il mondo della scuola e per tutti coloro che interagiscono o si occupano della sindrome di Down - spiega la coordinatrice Francesca Pinto -. Il nostro scopo è tutelare i diritti, favorire il pieno sviluppo fisico-mentale, contribuire a inserimento scolastico, lavorativo e sociale, oltreche divulgare le conoscenze sulla trisomia 21 ovvero la sindrome di Down. Per raggiungere gli obiettivi l'associazione offre supporto alle famiglie associate affrontando con loro le difficoltà e accompagnandone la crescita».

La sindrome di Down non è una malattia, ma una condizione genetica che caratterizza la persona per tutta la sua vita. L'Aipd lavora per rendere chiaro a tutti questo concetto basilare senza contrapporsi in alcun modo alle istituzioni anzi offrendo collaborazione e consulenze agli enti locali.

Inclusione

Ogni attività dell'Aipd è finalizzata a favorire l'inclusione nella società e nel mondo del lavoro dei giovani con sindrome di Down incoraggiando la loro integrazione attraverso percorsi di educazione all'autonomia. E chi è più autonomo di una persona che vive da sola? Ecco quindi il lavoro dell'associazione per un passaggio graduale tra la vita in famiglia e quella indipendente con i progetti CasaPiù e CasaNostra. In pratica piccoli gruppi di ragazzi dell'Associazione nei fine settimana e in due settimane - ma qualcuno vorrebbe anche per periodi più lunghi - organizza la propria vita e impegna il proprio tempo nelle attività più tradizionali della vita quotidiana. Una integrazione a tutto tondo seguita dagli educatori e dai volontari così come le decine di altre attività ludiche e sportive organizzate dall'Aipd.

"I progetti in cantiere sono tanti - spiegano la stessa Francesca Pinto e il presidente Federico Dabalà - così come i sogni: vorremmo infatti poter aumentare le possibilità di convivenza e le esperienze dei nostri ragazzi, ma le risorse sono limitate e cerchiamo comunque di utilizzarle al meglio. Il traguardo dei 25 anni è importante, ma guardiamo al futuro ponendoci obbiettivi sempre più ambiziosi per favorire l'inclusione e per accompagnare l divenire adulti dei giovani con sindrome di Down".

Per sostenere l’associazione con donazioni e/offerte visitare il sito 
www.aipdveneziamestre.it dove sono indicate tutte le modalità.

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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