Castelfranco Veneto. Voto di fiducia al sindaco Stefano Marcon, passa grazie ai "suoi". Critiche dai dem: «E' stata una marconata»

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Mattia Zanardo
Castelfranco Veneto. Voto di fiducia al sindaco Stefano Marcon, passa grazie ai "suoi". Critiche dai dem: «E' stata una marconata»

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Fiducia incassata: il sindaco Stefano Marcon ottiene il sostegno esplicito dalla sua maggioranza in Consiglio comunale che aveva chiesto. Si chiude così la crisi amministrativa aperta dallo stesso primo cittadino con le dimissioni presentate il 25 giugno scorso e poi revocate il 12 luglio. Si chiude almeno per il momento, perché ora dovrà governare per gli oltre due anni rimanenti di mandato potendo contare su un margine minimo. Come previsto, infatti, l’ordine del giorno sulla situazione politico-amministrativa del Comune è passato ricevendo i consensi dei dodici consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e il consigliere indipendente Diego Giovine (su 24 totali), più l’astensione di Marcon stesso. Non ha però raccolto sostegni oltre questo perimetro: tutti gli esponenti delle minoranze sono usciti dalla sala al momento della votazione (per poi rientrare per la discussione dei punti successivi).

Compresi anche i tre componenti del gruppo misto, eletti a suo tempo nelle liste in appoggio a Marcon.


LE POSIZIONI
«Credo che questa sia un’occasione di ripartenza, per mettere al centro gli interessi della comunità», ha sottolineato il sindaco. «Dopo l’ultimo consiglio comunale – aveva spiegato – erano maturate in me la convinzione che non vi fossero più le condizioni per poter portare a termine l’impegno preso con i cittadini in occasioni della mia riconferma nell’ottobre del 2020». Una serenità che ora assicura di aver recuperato: «Sono in pace con la coscienza, credo di aver fatto chiarezza, soprattutto verso i cittadini. Chi si occupa di politica, magari non sarà d’accordo, ma nove cittadini su dieci mi dicono: hai fatto bene, se portai a casa il risultato». Molto dure le opposizioni. Sebastiano Sartoretto (Democratici) ha definito la vicenda delle dimissioni una «classica marconata: far vedere i muscoli e poi battere rapidamente in ritirata». «Ha fatto tutto lei da solo. Ora si presenta con tre assessori su sette. Castelfranco non merita tutto ciò, sei mesi di commissariamento non sarebbero stati un male terribile. Non sono più affari di famiglia, come ha detto, ne va dell’interesse generale della città. Noi non parteciperemo a questo teatrino: i 13 della maggioranza si assumano la responsabilità di questa situazione». E ancora «Si è fatta davvero chiarezza: il re è nudo, lei è sindaco solo grazie al suo stesso voto di fiducia». Diversi interventi hanno insistito sulla difficile interpretazione della rinuncia all’incarico e successivo ritiro: «Come tutti i cittadini siamo stati spettatori di atti le cui motivazioni non sono ancora chiare», ha sottolineato l’ex sindaco Maria Gomierato, ribadendo anche i dubbi sul voto di fiducia «un istituto che non esiste per i Comuni». Per Luciano Dussin, capogruppo della Lega, era pieno diritto del sindaco, giunto a metà del suo percorso, fare verifiche e anche proiezioni sull’operato dell’amministrazione. Ma anche nella maggioranza non è mancato qualche distinguo. In primis da Guido Rizzo, di Fratelli d’Italia che ha confermato la fiducia, però ha ammesso: «Non possiamo essere contenti della situazione in cui ci siano infilati. Il depotenziamento della maggioranza ci pare concreto e questo non lo avremmo sicuramente voluto. Chiediamo a sindaco e giunta un cambio di passo». E se Marcon o qualcuno del centrodestra auspicava di raccogliere voti extra, Stefano Pasqualotto, a nome del Misto, li ha gelati: «Da parte nostra, nessun puntello a questa maggioranza che dovrà dimostrare di avere la forza di andare avanti da sola».


I PROSSIMI PASSI
Ora, il prossimo step sarà il rimpasto di giunta dopo le dimissioni degli assessori Pivotti e Guidolin. Poi l’obiettivo sarà portare a casa i numerosi progetti in cantiere, afferma Marcon. Anche se, visti i numeri, come ha ammesso con una battuta lo stesso sindaco, bisognerà fare in modo che nessun consigliere di maggioranza si buschi il raffreddore in occasione di una seduta dell’assemblea.

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