La Corte dei Conti al sindaco di Treviso: "Bisogna ridurre il numero di partecipate"

Sabato 13 Marzo 2021 di Paolo Calia
Ca' Sugana ha ricevuto preciso indicazioni dalla Corte dei Conti in merito alla gestione delle società partecipate

TREVISO - Tenere sotto controllo l’andamento delle società partecipate e liberarsi il prima possibile di quelle non più utili o costantemente in perdita. La Corte dei Conti richiama all’ordine i principali comuni del Veneto, tra cui Treviso. E proprio all’amministrazione comunale evidenzia alcune situazioni non proprio positive collegate a Mom a Ats. Nei giorni scorsi a Ca’ Sugana è arrivata la relazione riguardante lo stato di salute delle società negli anni 2018 e 2019, periodo in cui alle amministrazioni comunali è stato chiesto di monitorare le proprie controllate e di spedire i dati ai giudici economici per una valutazione. Che è arrivata. Il giudizio, tutto sommato, è buono. Nelle conclusioni, dopo un esame che si dilunga per oltre cento pagine passando al setaccio quote e bilanci, la Corte evidenzia come sia stata osservata una certa “coerenza” tra le azioni di razionalizzazione e quanto previsto dalla normativa. E questo, si legge, “consente di ritenere che la situazione nella materia considerata sia nel complesso tendenzialmente positiva”.
IL QUADRO
Il comune di Treviso ha cinque società partecipate direttamente e quattro indirettamente. Per la Corte dei Conti un patrimonio che andrebbe smagrito, reso più agile, pulito da quei rami che non portano utili e che rischiano di trasformarsi in costi per la comunità. E da qualche anno Ca’ Sugana sta portando avanti una politica di sfoltimento. Sulla lista delle cessioni sono finite Actt Servizi, Treviso Mercati, la Park Vittoria creata a fine anni ‘90 per gestire un parcheggio interrato in piazza Vittoria e mai realizzato, la società Miani e il consorzio Fap: tutte in fase di liquidazione o già liquidate. Discorso diverso per Aertre: nel periodo del monitoraggio la scelta fatta dall’amministrazione era di cedere tutte le quote e liberarsene. Rotta però radicalmente cambiata dopo l’arrivo della giunta di centrodestra guidata da Mario Conte, che invece ha deciso di puntare sulla società. E il Comune intende mantenere pienamente il controllo anche di Farmacie Trevigiane e rimanere nella governance di Mom, Ats e della piccola ViveraAcqua. 
LE SITUAZIONI CRITICHE
Nel periodo interessato, quindi 2018 e 20019, la Corte sottolinea sopratutto due criticità per certi versi inaspettate. Riguardano Mom e Ats, società di trasporti e di gestione dell’acqua, dove Treviso risulta essere tra i soci principali, che in quel biennio non hanno attraversato un periodo particolarmente felice. Mobilità di Marca finisce nella relazione per una sorta di tracollo: nel 2018 ha chiuso il bilancio con un utile di 24.987 euro, quindi più che positivo per una società che deve distribuire dividendi ma spendere oculatamente le proprie risorse; ma nel 2019 è andata sotto per 865.628 euro. Un tracollo che i giudici delle Corte si divertono, per così dire, a tradurre in una percentuale difficile anche da immaginare: meno 3476,84%. Ats invece, sempre in quel periodo, si contraddistingue per una perdita di circa 2 milioni pur restando sempre in terreno positivo: utile di 3 milioni e 89mila euro nel 2018 ridotto a 1 milione e 145mila euro nel 2019, ovvero una perdita secca del 62,93%. In perdita anche Aertre e Farmacie trevigiane, che però sia nel 2018 che nel 2019 hanno comunque chiuso il bilancio in attivo.
GLI OBIETTIVI
La Corte, quindi, conclude con un monito. Ribadisce“la necessità di attuare, da parte degli enti, un costante ed incisivo monitoraggio sui processi di razionalizzazione delle proprie partecipazioni, dirette ed indirette, al fine di accelerare le procedure di dismissione programmate, nonché di ampliare la vigilanza sulle partecipazioni stesse”. Pur mantenendo un giudizio positivo, viene anche sottolineato più volte che, anche se non è compito di ente pubblico generare profitto, è bene tenere sempre presente il concetto “dell’economicità, la quale esige che l’attività avviata generi, in tempi ragionevoli, flussi di entrata tali quantomeno da coprire quelli in uscita, così da escludere che il soggetto possa sistematicamente operare in perdita”. A leggerlo bene, una sorta di avvertimento. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci