Compravendita in fumo: commercialista ristora 400mila euro di danni

Domenica 14 Giugno 2020 di Angela Pederiva
Compravendita in fumo: commercialista ristora 400mila euro di danni
CONEGLIANO Quote in cambio di case. Era questo l’accordo pattuito dieci anni fa nell’ambito di un’operazione di compravendita a Conegliano: la cessione di una società a responsabilità limitata sarebbe stata ricompensata con due unità abitative. Invece non se n’è più fatto nulla, a causa degli errori commessi da un commercialista incaricato di curare la pratica, il quale è stato così citato a giudizio per responsabilità professionale davanti al Tribunale di Treviso, finché la causa è stata definita con il pagamento di oltre 400.000 euro da parte della sua compagnia assicurativa.
L’INCARICO
Tutto comincia nel 2010, quando il professionista coneglianese riceve l’incarico di seguire l’affare, che però non va in porto e sfocia nell’inadempienza. Il cliente va a fondo della questione e scopre che il commercialista ha commesso degli errori determinanti: in particolare non ha coordinato le date apposte in alcuni dei contratti da lui stesso predisposti e, al momento della sottoscrizione, non ha verificato che le garanzie richieste fossero effettivamente quelle promesse. Perciò il danneggiato contesta la responsabilità dell’accaduto al professionista, il quale inizialmente si rende disponibile a sollecitare la propria compagnia di assicurazione. Quest’ultima però nicchia e così il cliente si rivolge all’avvocato Nicola Todeschini, che avvia la causa civile per il ristoro del danno patito.
LA BATTAGLIA
Inizia così una serrata battaglia giudiziaria in Tribunale a Treviso, in cui viene coinvolta anche l’assicurazione. Nel corso delle udienze vengono sentiti i testimoni. Proprio le persone informate sui fatti smentiscono la versione difensiva del commercialista, il quale arriva perfino a dire di non riconoscere la stampa del diario tratta dal programma gestionale del proprio studio. A quel punto la compagnia assicurativa capisce che il suo cliente ha effettivamente commesso degli sbagli e che vale la pena di cercare un accordo stragiudiziale.
IL RISARCIMENTO
Non senza fatica, le parti raggiungono così un’intesa su un risarcimento che supera i 400.000 euro, in buona parte sostenuti proprio dall’assicurazione. Dopo un decennio, si conclude la vicenda. Ma resta una riflessione: «Le vertenza di responsabilità professionale sono sempre molto complesse e delicate – osserva l’avvocato Todeschini – e spesso condizionate dal ruolo delle compagnie di assicurazione e dalla scarsa dimestichezza che anche i professionisti dimostrano di avere con i princìpi che regolano la propria responsabilità». 
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