L'ultimo desiderio: «Le mie ceneri disperse nel Sile il fiume che amo»

Domenica 20 Settembre 2020
L'ultimo desiderio: «Le mie ceneri disperse nel Sile il fiume che amo»
TREVISO «Voglio che le mie ceneri siano disperse nell'acqua del mio Sile». L'ultimo desiderio lo ha confidato alla moglie durante i lunghi mesi di una malattia perfida, capace di fiaccare irrimediabilmente il fisico di un trevigiano di 55 anni deceduto a marzo, fino a meno di un anno prima nel pieno delle forze, sportivo, amante del canottaggio e della canoa. E appassionato del Sile, fiume che ha solcato in lungo e in largo per una vita intera. E quando ha capito che non c'era più niente da fare, ha chiesto espressamente di tornare lì, in quell'acqua che ha sempre amato. Ed è stato esaudito. Per la prima volta Ca' Sugana ha concesso l'autorizzazione a disperdere le ceneri lungo il fiume, accogliendo così le richieste del defunto e della famiglia. E ieri mattina, con una breve e riservatissima cerimonia, le sue volontà sono state esaudite. La moglie e pochi parenti, che chiedono di non essere citati, hanno aperto l'urna contenente le sue ceneri e hanno lasciato che la corrente le portasse via. 

L'ITER
Arrivare a questo esito finale non è stato semplice. L'uomo è morto nel marzo scorso e poi cremato. Ma ci sono voluti oltre cinque mesi di burocrazia per strappare tutti i permessi. Il sindaco e la giunta, colpiti da tanto attaccamento ai luoghi della propria vita, hanno fatto di tutto per spianare la strada. Ma la normativa è farraginosa, non sempre chiara. 

«SI PUÒ FARE»
Alla famiglia, che ha dovuto superare mille difficoltà, compresa la crisi Covid che ha reso tutto più intricato, sono state imposte delle regole ferree, messe nero su bianco in una delibera pubblicata all'albo pretorio di Ca' Sugana. La dispersione delle ceneri, avvenuta in un tratto fuori città ai confini con Quinto, poteva essere effettuato solo ad almeno 200 metri dal primo insediamento civile, sia quindi zona residenziale, industriale, commerciale o lavorativa in genere e dove non passassero natanti. Ma non solo. La dispersione in aria, quindi aprendo l'urna lasciando che fosse il vento a portare le ceneri in mezzo al fiume, è stata espressamente vietata. Permesso invece immergere l'urna nell'acqua e aprirla una volta sommersa, a patto però che l'urna fosse in materiale immediatamente biodegradabile. In alternativa è stato consentito di utilizzare un'urna normale per l'apertura a pelo d'acqua. Immancabile poi la prescrizione di eseguire l'intera operazione in modo controllato e senza arrecare danno a nessuno. La piccola cerimonia di ieri mattina ha seguito tutte le prescrizioni e si è svolta in clima di grande commozione. 

RICHIESTE
A Ca' Sugana non arrivano tanto richieste del genere: «È la prima volta in cui ci viene chiesto di disperdere le ceneri nel Sile», precisano dagli uffici. Però, adesso, la strada è stata aperta. Sono tante le famiglie che preferiscono custodire in casa e non in cimitero le ceneri dei propri cari. Ma ora che la prima dispersione è stata autorizzata, in Comune prevedono l'arrivo di altre richieste analoghe.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci