Danni alla casa popolare, Ca’ Sugana fa causa: famiglia rom nel mirino

Abbattuto un muro interno per allargare una stanza, la Giunta chiede un risarcimento di oltre 20mila euro

Mercoledì 27 Settembre 2023 di Paolo Calia
Danni alla casa popolare, Ca’ Sugana fa causa: famiglia rom nel mirino

TREVISO - Una richiesta di risarcimento danni per oltre 20mila euro. Ieri la Giunta ha dato mandato all’avvocatura civica di Ca’ Sugana di procedere nei confronti di una famiglia di etnia rom che, alla fine del 2021, ottenne l’assegnazione di un appartamento a Santa Bona come alloggio temporaneo in attesa di una sistemazione più definitiva.

Ma secondo Ca’ Sugana la seppur breve permanenza ha provocato danni all’alloggio di non di poco conto. La ricostruzione fatta è che, durante un controllo da parte dei tecnici comunali arrivati per aggiustare la caldaia, l’appartamento venne trovato totalmente modificato. Un muro interno era stato abbattuto per ricavare una stanza open space. Ma non solo: nell’eseguire i lavori, non autorizzati da nessuno, era stato lesionato anche un muro portante. La segnalazione venne immediatamente inoltrata all’Ufficio Casa creando non poca sorpresa. Nei giorni seguenti anche il sindaco Mario Conte volle vedere l’appartamento, andando su tutte le furie. Da lì è partita un’istruttoria iniziata con l’avvio del procedimento di decadenza dell’appartamento e il respingimento della domanda di cambiare alloggio per andare a Fiera. 

L’ATTESA

Ma nonostante tutte le migliori intenzioni, questi procedimenti “punitivi” hanno bisogno di tempi lunghi. E l’amministrazione comunale ha dovuto aspettare un anno e mezzo prima di arrivare a un risultato concreto. Ieri il primo passo con la richiesta da parte del settore Patrimonio di rivalersi su chi è accusato di aver provocato dei danni a un bene comunale. E quindi LA decisione di querelare per danneggiamenti e richiedere il risarcimento. Ed è la prima volta che si procede in questo modo.

LE DIFFICOLTÀ

La causa adesso farà il suo corso, ma il successo di Ca’ Sugana non è così scontato. Se l’intervento fatto all’interno dell’appartamento verrà considerato migliorativo, la sentenza potrebbe riservare delle sorprese. Ma l’avvocatura civica è al lavoro per evitare scongiurare simili scenari. L’episodio di Santa Bona è avvenuto giusto pochi mesi prima che Ca’ Sugana venisse investita dalla bufera scatenata sull’assegnazione delle abitazioni in emergenza abitativa, inchiesta partita da una denuncia e portata avanti dal nucleo investigativo dei carabinieri. A oggi ci sono una trentina di indagati, tra cui due dirigenti comunali accusati di corruzione e abuso d’ufficio. 

IL PRECEDENTE

E pochi mesi fa, proprio un intervento abusivo fatto sulla terrazza di un’abitazione popolare, questa volta però condonato, ha portato i dirigenti comunali nell’occhio del ciclone un’altra volta. I due casi però non sono paragonabili. Ma con la richiesta danni Ca’ Sugana ha scelto la via del pugno di ferro, della tolleranza zero anche per dare segnali di distensione verso chi continua a lamentarsi per come vengono fatte le assegnazioni di alloggi popolari. E parallelamente continua anche il monitoraggio dei requisiti degli assegnatari di case popolari. L’amministrazione ha già annunciato una 20ina di sfratti in arrivo per chi continua a vivere in appartamenti destinati alle famiglie in difficoltà pur non avendone più diritto. 

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