CROCETTA - «Amministrare la cosa pubblica, oggi, è un po' come combattere una guerra senza armi». È l'espressione laconica con la quale Marco Tappari, presidente di Villa Belvedere a Crocetta, ha espresso ieri, 9 agosto, tutta la propria frustrazione per l'impatto che ha su un centro di servizi alla persona come la Casa di riposo da lui gestita, l'aumento delle bollette di luce e gas. E sotto accusa, nello specifico, è finita quella relativa al mese di luglio dell'Enel, che il presidente stringe fra le mani con l'aria di chi non riesce proprio a credere ai suoi occhi. E il motivo è facilmente intuibile. Nel luglio 2021, la casa di riposo aveva speso 9.872 euro. Nello stesso mese del 2022, è salita a 28.346.
LA PROVOCAZIONE
«Una somma maturata -commenta Tappari- tra l'altro con consumi inferiori quest'anno». Poi la provocazione: «Se non paghiamo la bolletta, staccano l'ossigeno?». Ovviamente, si tratta di una battuta, ma il presidente è davvero un fiume in piena. «Questa è la bolletta dell'Enel -dice- senza contare cosa succederà per il gas. Da un anno a questa parte, abbiamo sempre pagato bollette doppie rispetto al passato. Questa però è oltre il triplo, in mesi in cui il carico di consumi è alto ma comunque inferiore all'anno scorso». E Tappari si chiede: «Cosa dovremmo fare? In un trimestre se ne andrà ciò che di solito spendiamo in un anno: 100mila euro. Le uniche nostre entrate, d'altro canto, sono le rette degli ospiti.
POLITICHE DI SOSTEGNO
Ma il presidente di Villa Belvedere non si limita alla protesta. «La protesta è fine a sé stessa -dice- io preferirei invece una proposta: qualcosa che vada oltre l'aspetto dell'Iva perché per un ente pubblico è indetraibile; quindi, anche se possono esistere formule agevolative, per noi non valgono. Serve una politica energetica nazionale, una formula di sostegno. Anche perché non abbiamo idea di quando questa situazione possa finire, non c'è una linea di orizzonte e la sensazione è quella di navigare al buio, anzi, di vedere un iceberg che arriva e non poter girare». In realtà «a medio lungo termine serve una soluzione energetica, a breve termine un sostegno alle spese. Del resto, sanno che non posso non pagare: se staccano la corrente muore la gente senza ossigeno». E dei 130 ospiti di casa Belvedere due terzi ne fa uso.
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