Badanti in fuga, mille in meno: «Costano troppo, aumentano le assunzioni in nero»

Giovedì 29 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Badanti in fuga, mille in meno: «Costano troppo, aumentano le assunzioni in nero»

TREVISO - La fuga delle badanti. In un solo anno la Marca ha contato quasi 1.000 lavoratori domestici in meno, tra le stesse badanti, colf, baby-sitter e così via. L'anno scorso si è scesi a 11.070. Quasi l'8% in meno rispetto agli oltre 12mila iscritti all'Inps nel 2021. Sembra un paradosso in un periodo storico che vede sempre più anziani e, di conseguenza, un aumento delle necessità assistenziali all'interno delle famiglie. Il punto, in realtà, è che molte famiglie non riescono più a far fronte alla spesa. Lo stipendio di un lavoratore domestico dipende dalle ore di servizio. A livello generale, comunque, si arriva a superare anche i 13mila euro all'anno. Fermo restando che quasi la metà non supera una retribuzione annua di 5mila euro. Quel che è certo è che per le famiglie è sempre più difficile. «L'accessibilità economica sembra complessa per molte famiglie che si trovano a reperire un "bene primario", la cura del fragile, come se fosse un "bene di lusso" avverte Adriano Bordignon, il presidente trevigiano del Forum nazionale delle associazioni familiari l'aumento del costo del carrello della spesa, i mutui, i costi energetici hanno eroso ulteriormente le risorse delle famiglie». Per dare una misura, Federconsumatori ha stimato che quest'anno si ritroveranno a dover sborsare in media 3mila euro in più.
L'APPELLO
Da qui la richiesta di correre ai ripari per aiutare chi ha bisogno di una badante aumentando la parte deducibile e semplificando le procedure. «Il reddito disponibile delle famiglie va assottigliandosi perché sono aumentati i cosiddetti costi obbligati. E c'è la percezione che possa essere aumentato anche il numero di lavoratori non regolari in questo settore sottolinea Bordignon è necessario intervenire a partire da un aumento della deducibilità, che oggi è nel limite di 1.500 euro. Così come è indispensabile semplificare gli adempimenti, perché le famiglie non sono grandi imprese con un ufficio destinato alla gestione delle risorse umane». L'andamento nella provincia di Treviso emerge in modo netto dai dati registrati da Inps Veneto, diretta da Filippo Pagano, sulla scia dell'ultimo report dell'Osservatorio Inps sul lavoro domestico, presentato a Roma nell'ambito del convegno organizzato dalla stessa Inps e da Nuova Collaborazione, associazione nazionale datori di lavoro domestico.
I NUMERI
Nella Marca, in particolare, l'anno scorso è drasticamente calato il numero di lavoratori domestici sotto ai 60 anni. La fuga è evidente soprattutto nella fascia d'età tra i 45 e i 49 anni: in questa si è passati in un solo anno da 1.654 a 1.481 lavoratori domestici (-173). Di contro, quelli con più di 60 anni sono in aumento, seppur di poco: da 2.688 a 2.754 (+66).
IL NODO
Insomma, oggi si registra un invecchiamento anche da parte di chi offre il servizio di assistenza e collaborazione a domicilio. Per la maggior parte sono sempre donne, impegnate per oltre 29 ore a settimana. «In un contesto come quello italiano, con la popolazione anziana che vede i relativi bisogni di cura e custodia crescere di anno in anno, colpisce che i lavoratori domestici, dopo l'impennata nell'anno del Covid, continuino a calare tira le fila Bordignon la sensazione è che i bisogni delle famiglie siano in aumento a causa della denatalità e dell'invecchiamento e che siano perciò necessari strumenti per favorire l'emersione del lavoro domestico, attivando processi virtuosi che lo rendano maggiormente fruibile, puntando anche a stabilizzare e rendere obbligatori dei percorsi di formazione per favorire la prevenzione della sicurezza del lavoro e l'appropriatezza del lavoro con le persone fragili».
 

Ultimo aggiornamento: 18:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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