TREVISO - Un appello rivolto ai parlamentari trevigiani affinché si favorisca, a livello fiscale, l’assunzione di colf e badanti per la cura dei soggetti fragili e non autosufficienti. È quello sottoscritto e inviato dall’associazione di promozione sociale “Noi con voi” in accordo con Assidantcolf. «Le famiglie si trovano, a partire dalla retribuzione di gennaio, a dover sostenere un grosso aumento del costo del lavoro – spiegano dall’associazione – È il frutto di un accordo tra le parti sociali che certamente va rispettato. È senza dubbio una cosa positiva che un lavoratore venga retribuito di più, ma la sostanza di questa novità sta mettendo in grave difficoltà tante famiglie con il rischio, quindi, di far aumentare il lavoro nero. Si tratta di un problema reale, per molte un problema molto grave, che interessa oltre 12mila famiglie in provincia di Treviso, 70mila nel Veneto».
IL DATO
Sono dunque 12mila le persone che nella Marca sono seguite da colf e badanti. A vivere le conseguenze più pesanti, chi ha assunto collaboratrici che assistono per lunghi orari e in regime di convivenza gli anziani. Di qui l’appello ai parlamentari del territorio inviato da “Noi con Voi”, che rappresenta circa 250 famiglie. «Siamo di fronte a un problema grave, a un problema pesante, soprattutto in un momento di difficoltà economiche generali. La richiesta è quella che si intervenga, che il parlamento approvi un provvedimento fiscale d’urgenza per consentire alle famiglie di portare in detrazione e deduzione l’intero ammontare del costo del lavoro – spiega il presidente Pio Grollo - e abbassare così il livello fiscale a carico delle famiglie».
L’ISTANZA
Un’istanza che è stata sottoscritta all’unanimità dalla conferenza dei sindaci dell’Usl 2. «È quasi uno stipendio in più nelle mensilità che le famiglie pagano – gli fa eco la presidente dei sindaci Paola Roma - ma soprattutto portarlo in diminuzione dall’imponibile previsto è una misura fondamentale per ridurre i costi a carico delle famiglie. Insieme all’associazione abbiamo chiesto che questo intervento sia messo in atto per le persone non autosufficienti e quindi più fragili». È evidente che l’applicazione degli aumenti va a pesare sulle famiglie che hanno deciso di fare le cose “in regola”, assumendo secondo le norme di legge le proprie collaboratrici. Con il rischio, ora, di veder aumentare il ricorso al lavoro nero, già frequente in questo settore. «È un grosso rischio che dobbiamo cercare di evitare il più possibile, in una società che si modifica e invecchia. E che non tornerà indietro, alle sue formule e composizioni di un tempo. Il futuro non può essere quello del lavoro irregolare – conclude Grollo – ma il lavoro serio, retribuito, con persone che hanno le giuste competenze.
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