TREVISO - Non sarà solo una festa, ma la festa. Quanto basta per considerarla a rischio attentati. L'Adunata del Piave del 12, 13 e 14 maggio diventerà un evento simbolico, vissuto da migliaia di persone che saranno a Treviso per testimoniare la fedeltà a una bandiera, per ribadire e celebrare i valori dell'Occidente cristiano e in definitiva per mettere in scena una delle massime liturgie nazionali: patria, prossimo e Dio. Il pericolo, dunque, non è ipotetico. Al punto che, dietro le quinte, sarebbero cambiate già parecchie cose nella gestione della sicurezza, presa saldamente in mano dall'intelligence. Dietro alle bandiere, al cerimoniale e alle parate c'è infatti allo studio una specie di protocollo antiterrorismo post Nizza, che prevede l'inasprimento dei controlli su tutti i mezzi a motore in prossimità di eventi di piazza. La minaccia è che sull'enorme concentrazione di persone di quei giorni, con centro storico chiuso al traffico, bancarelle e assembramenti in ogni zona della città, possa scagliarsi qualche cellula jihadista impazzita. I precedenti parlano da sé. Dopo l'attentato che sulla Promenade des Anglais lo scorso 14 luglio ha provocato la morte di 82 persone, con 305 feriti, e dopo il sabato di terrore al mercato di Natale di Breitscheidplatz a Berlino il 19 dicembre, gli uomini dell'intelligence hanno deciso di blindare l'Adunata del Piave, obiettivo sensibile in uno stato, l'Italia, ancora non toccato dalle follie dell'integralismo...
Ultimo aggiornamento: 17:00
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