Approfittò del malore dell'amica per violentarla: 27enne condannato a 5 anni

Martedì 6 Luglio 2021 di Francesco Campi
Approfittò del malore dell'amica per violentarla: 27enne condannato a 5 anni
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POLESELLA - Condannato a 5 anni e un mese per un rapporto sessuale completo estorto a una giovane approfittando di un suo malore seguito da uno stato di annebbiamento, fino alla perdita di coscienza. La sentenza pronunciata ieri dal Collegio a carico a Mattia Pravato 27enne di Polesella ha stabilito anche una provvisionale di 15mila euro nei confronti della vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Anna Osti. A difendere l’imputato, invece, l’avvocato Lorenzo Pavanello. Il 27enne rispondeva di violenza sessuale e di omissione di soccorso nei confronti di un’amica, allora appena maggiorenne, per quanto accaduto il 26 maggio 2017. 
Per capire, in questo caso, è utile partire dalla fine, cioè da quando la ragazza, è stata trovata svenuta per strada dal personale sanitario dell’ambulanza accorsa dopo la chiamata al 118 fatta dal fratello al quale, dopo aver avuto un momento di lucidità ed essersi svegliata in un luogo isolato, a lei sconosciuto, aveva inviato un messaggio contenente le coordinate di geolocalizzazione. 

RICORDI CONFUSI

Ai sanitari, così come poi agli inquirenti e, lo scorso marzo, anche in aula quando è stata ascoltata la sua testimonianza, ha raccontato di ricordare di aver fumato una canna a casa dell’amico, dopo essere stata insieme a lui in piazza a bere una birra. Poi, di aver chiesto da bere dell’acqua e di aver percepito un retrogusto amaro e, poco dopo, di aver iniziato a sentirsi male. Per questo, durante le indagini, è stato adombrato anche il dubbio che potesse essere stata utilizzata la cosiddetta “droga dello stupro”, che produce i sintomi di un’ubriachezza molto intensa, fino alla perdita di coscienza e ad amnesie. Ipotesi che non ha poi trovato alcun riscontro. 
In ogni caso, quando la ragazza ha detto di sentirsi male, l’amico non solo non l’avrebbe portata in ospedale come lei chiedeva, ma, avrebbe iniziato a baciarla e spogliarla. La ragazza ha detto e ribadito di aver avuto un improvviso momento di lucidità, rendendosi conto di essere completamente nuda, stesa sul letto, con lui sopra. Poi, però, di nuovo il buio. Fino al nuovo sprazzo di lucidità, con la chiamata al fratello. Dai controlli in ospedale, tuttavia, non sarebbe emerso nulla di particolare. Segni di un rapporto sessuale estorto con la violenza non sono stati trovati. Né sono emersi sintomi o valori che potessero portare a pensare a un’intossicazione da sostanze stupefacenti. Anche l’alcoltest non ha rilevato nulla di significativo. L’essere stata spogliata mentre era incosciente avrebbe dato riscontri nella mancanza di alcuni indumenti e in altri indossati al contrario. A sufficienza per ritenere che, in ogni caso, il rapporto ci fosse stato, come da lei sostenuto, e che non fosse stato consapevolmente consenziente.

Ultimo aggiornamento: 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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