Dodici famiglie "ostaggio" del campo rom: «Rifiuti e puzze, escrementi nei nostri giardini, viviamo nella paura»

Mercoledì 26 Aprile 2023
Rifiuti nel campo rom insediatosi tra Bosaro e Polesella
POLESELLA - BOSARO - Una dozzina di famiglie, residenti in una località che si trova tra i territori comunali di Bosaro e Polesella, sono sul piede di guerra, contro un campo nomadi, insediatosi un anno e mezzo fa. «Il 23 novembre 2021 sono giunte alcune famiglie rom, di origine serba, provenienti da Torino e Padova - raccontano alcuni dei residenti di Botte di Bresparola, frazione di Polesella -. Li abbiamo subito accolti, tendendo loro la mano. Ma purtroppo con l’andare del tempo è successo di tutto. Ogni giorno la nostra incolumità e salute viene messa a dura prova da queste persone. Il caso è a conoscenza di prefettura, carabinieri e comando di polizia locale Medio Polesine. Finora purtroppo nessuno è riuscito a fare capire a queste persone che anche se hanno acquistato il terreno dove vivono, bisogna però osservare delle semplici regole di buon vicinato. Ci troviamo con i loro escrementi nelle nostre abitazioni, abbandonano rifiuti di ogni tipo sia sulla strada che nelle campagne, fanno falò alti due metri che arrivano fino ai confini delle nostre case. È capitato anche che abbiano fatto scoppiare alcune bombole del gas, che come bombe sono partite arrivando vicino alle nostre finistre». 

CONVIVENZA DIFFICILE

I rom non sono mai in numero fisso: vanno da un minimo di 13 per arrivare anche a 25, quando ci sono gli ospiti. Sono presenti anche una decina di bambini: il più piccolo ha un anno e mezzo. «Nessuno di loro utilizza i loro bagni, preferendo i nostri giardini o orti. Non fanno mai la raccolta dei rifiuti, mettendo tutto dentro dei sacchi neri. Il degrado in questa zona, un tempo oasi felice in mezzo al verde, è molto elevato. E come conseguenza è aumentato il numero dei topi, attratti dall’odore della spazzatura. Qualcuno ha pensato di mettere in vendita la casa, ma queste proprietà si sono svalutate, perché ovviamente nessuno vorrà comprare in una zona che è diventata come un far west». 
Da Arquà Polesine, procedendo verso Bosaro, si arriva a questa zona, che è composta da due strade a fondo chiuso: strada vicinale Culatti e via Luigi Natale Manto. «A parte la polizia locale, che ci sta aiutando per quanto è possibile, siamo stati abbandonati da tutti. Nonostante le varie denunce presente ai comandi dei carabinieri di Polesella e Arquà. Le stesse forze dell’ordine vengono minacciate dai rom, che pubblicano in rete le loro scorribande nei paesi limitrofi, prendendosi gioco di tutti. Viviamo nella paura e nel terrore più totale, in uno stato di stress. Non possiamo neppure invitare a pranzo o a cena i nostri amici e famigliari, sia perché ci vergogniamo di questo posto, sia perché temiamo per la loro incolumità. I bambini sanno già guidare i camper e le auto, che sfrecciano nelle due stradine, nonostante i dossi messi dal Comune. Siamo veramente stufi di tutto ciò».

CHIESTO UN INCONTRO

«Abbiamo anche provato a parlarne con il sindaco Leonado Raito - sottolineano i residenti - ma finora non è riuscito a fare niente. Abbiamo chiesto un incontro con il prefetto, affinché capisca che siamo praticamente in ostaggio di queste persone. Non ci sentiamo più liberi di vivere e siamo costretti a chiuderci dentro le nostre case». Con l’arrivo del caldo e tutta l’immondizia sparsa nelle strade, aumenterà la puzza già esistente. «Se la sono presa anche con Diego Fenza, referente di Plastic Free, che con i suoi volontari ha raccolto 900 chilogrammi di spazzatura abbandonata - concludono i residenti -. Anche lui è stato minacciato. Tutta la frazione si è svalutata. Abbiamo visto anche il sindaco di Bosaro, Daniele Panella, affacciarsi a questa località, ma anche lui non può fare nulla. E loro si prendono gioco di tutti, sapendo di non avere domicilio e residenza. Dicono tranquillamente che vanno a rubare, anche in faccia ai carabinieri. Non è più sostenibile tutta questa situazione». 
Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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