Famiglie ostaggio del "campo nomadi"a Polesella. Aggrediti dai vicini rom mentre sfalciano l'erba: «Ci hanno lanciato coltelli, immondizie e scarpe»

Residenti esasperati in località Botte di Bresparola, a Polesella: «Hanno lanciano immondizie e ferri in giardino»

Venerdì 22 Marzo 2024 di Marco Scarazzatti
Alcuni degli oggetti lanciati dai rom al residente che stava sfalciando l'erba nel suo giardino

POLESELLA (ROVIGO) - Aggrediti mentre sfalciavano l’erba. A segnalare l’episodio, sono i residenti di Botte di Bresparola, piccola frazione di Polesella, costretti a una difficile convivenza con un gruppo rom. «Eravamo impegnati in alcuni lavori di giardinaggio, in particolare nello sfalcio dell'erba, e siamo stati aggrediti dalle persone che abitano vicino alla nostra abitazione - racconta una famiglia confinante con il “campo rom” -. Questa volta ci hanno assaliti con lancio di coltelli, pezzi di auto, ferri, immondizie e scarpe, tutti gettati nel nostro giardino».

Da oltre un anno, una dozzina di famiglie, residenti in quella che un tempo era una tranquilla località tra i territori di Bosaro e Polesella, sono sul piede di guerra contro un campo rom, insediatosi due anni e mezzo fa. «Il 23 novembre 2021 sono giunte alcune famiglie di origine serba, provenienti da Torino e Padova - raccontano i residenti -. Sono stati accolti nel migliore dei modi. Purtroppo però, con l'andare del tempo è successo di tutto. Il caso è a conoscenza di prefettura, carabinieri e comando di polizia locale Medio Polesine. Nessuno è riuscito a far capire a queste persone che anche se hanno acquistato il terreno dove vivono, bisogna osservare delle semplici regole di buon vicinato. Ci troviamo con i loro escrementi nelle nostre proprietà, abbandonano rifiuti di ogni tipo sia sulla strada che nelle campagne, fanno falò vicini ai confini delle nostre case. È capitato anche che abbiano fatto scoppiare bombole del gas».

La scorsa estate, nel cuore della notte, si sono sentiti anche alcuni spari. «Non abbiamo più tranquillità e sicurezza - proseguono le famiglie -.

Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. Sul posto è giunta una pattuglia dei carabinieri ed è stata presentata l'ennesima denuncia. Chiediamo l'aiuto del prefetto. Siamo veramente stufi di questo degrado. Siamo praticamente in ostaggio di queste persone. Non ci sentiamo più liberi di vivere e siamo costretti a chiuderci dentro le nostre case».

Al campo non sono mai in numero fisso: da un minimo di 13 persone arrivano anche a 25, quando ci sono ospiti. Presenti anche una decina di bambini. «Nessuno di loro utilizza il bagno, preferendo i nostri giardini o gli orti. Non fanno mai la raccolta dei rifiuti, mettendo tutto dentro dei sacchi neri. Il degrado in questa zona, un tempo oasi felice in mezzo al verde, è molto elevato. E come conseguenza è aumentato il numero dei topi, attratti dalla spazzatura. Qualcuno ha messo in vendita la casa, ma queste proprietà si sono svalutate: nessuno vuole acquistare in questa zona».

Zona in cui si arriva da due strade a fondo chiuso - strada vicinale Culatti e via Luigi Natale Manto - dove il Comune ha posizionato dei dossi per ridurre la velocità. «Viviamo in uno stato di assoluto stress. Siamo privi anche di invitare a pranzo o cena i nostri amici e famigliari, sia perché ci vergogniamo sia perché temiamo per la loro incolumità».

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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