L’Iras straccia la convenzione su Casa Serena: ora si rischia davvero di andare davanti al giudice

Martedì 6 Giugno 2023 di Francesco Campi
L'istituto Iras

ROVIGO - A rompere il nuovo stallo sulle vicende legate al futuro di Iras e Casa Serena pensa il commissario straordinario dell’Iras stesso, Tiziana Stella, che ha inviato al sindaco Edoardo Gaffeo una “Comunicazione di avvio del procedimento di scioglimento unilaterale dagli impegni assunti con il contratto 5211 in data 24 gennaio 2004”, ovvero la ben nota convenzione. Una scossa che di fatto mette il Comune di fronte a un unico bivio: o andare verso un contenzioso sanguinoso per tutti, che a questo punto diventa reale e non più un’ipotesi, o scegliere la via della transazione. La stessa strada indicata dal precedente commissario Ezio Zanon nel febbraio dello scorso anno, nonché ora dall’emendamento presentato dal capogruppo della Lega Michele Aretusini, sulla quale stanno ragionando anche alcuni consiglieri di maggioranza, contro i quali il sindaco ha tuttavia lanciato l’accusa di apostasia, ovvero di non seguire la linea da lui dettata, che ancora però non è stata ben chiarita.

ENTE A RISCHIO

Il commissario Stella sottolinea che «entro la auspicata data del 30 maggio il Comune di Rovigo non ha dato seguito alla bozza di accordo di programma approvata da Regione Veneto in data 9 maggio e dagli altri enti sottoscrittori il 17 maggio, né sono state coltivate ulteriori proposte transattive», che «il mancato tempestivo incasso della posta attiva rappresentata nel Piano di risanamento 2023-2025 mette a repentaglio la sua stessa attestabilità» e che, al tempo stesso, sono fallite tutte le trattative per riequilibrare il contratto «ormai da anni sbilanciato a danno di Iras». La concessione è insostenibile per Iras e quindi è «assolutamente necessario procedere alla cessazione anticipata» e alla restituzione di Casa Serena al Comune, come previsto dalla deliberazione della giunta regionale del 18 ottobre 2022 con la quale era stato affidato il nuovo incarico al commissario Stella, proprio col compito «di ripristinare definitivamente le condizioni di equilibrio economico gestionale dell’ente, anche attraverso la definitiva dismissione dell’immobile denominato Casa Serena con restituzione al proprietario», e come previsto anche dalla “Relazione del commissario in merito al presumibile sviluppo del piano di risanamento di Ipab Iras Rovigo. Determinazioni conseguenti: dismissione del Centro servizi denominato Casa Serena”, che il commissario Stella ha firmato lo scorso 27 dicembre e dalla deliberazione della giunta regionale del 30 dicembre con la quale è stato stanziato il prestito ponte da 3,8 milioni.

SOLDI E SOLUZIONI

Questi ultimi due atti sono stati impugnati al Tar dal Comune. In particolare perché, è stato detto, si dava per riconosciuto dal Comune un debito di 3,2 milioni di euro e così non era. Tuttavia, dai pareri prodotti successivamente dagli uffici comunali a supporto dell’accordo di programma, ce n’è uno, datato 16 maggio, nel quale si scrive che «in relazione alle considerazioni effettuate e ai calcoli svolti, l’importo totale dei residui degli ammortamenti da liquidare all’Istituto rodigino di assistenza sociale risulta essere di 3.127.515,29 euro». Per questo il commissario Stella scrive che «occorre, da un lato, evitare l’aggravarsi del dissesto e, dall’altro, recuperare con vera urgenza quantomeno le somme già oggetto di accertamento da parte del Comune di Rovigo, come rappresentate nella relazione denominata “Relazione Piano ammortamento” a firma dell’ingegner Federico Modonesi, somme senz’altro accertate e riconosciute dall’ente debitore».
Non solo, ma è stato lo stesso Comune a sollecitare la restituzione di Casa Serena tanto che, si sottolinea, «sono in corso di ultimazione i trasferimenti degli ultimi ospiti, inquilini Casa albergo, presso gli alloggi Ater, conclusi i quali, l’immobile può essere riconsegnato al legittimo proprietario; inoltre, su espressa richiesta del Comune di Rovigo, lo scrivente procederà anche alla dismissione del centro cottura entro il medesimo termine del 30 giugno. Decorso detto termine si procederà alla riconsegna dell’immobile, procedendo al recupero dei crediti accertati, quantomeno nella misura del minor credito riconosciuto nella “Relazione Piano ammortamento”».
Tutto finito, quindi? Ovviamente no, perché a voler leggere fra le righe questo atto non è una chiusura, ma una sorta di “invito”. E infatti la conclusione è chiara: «Il presente procedimento potrà essere revocato e/o sospeso in caso di intervenuto accordo transattivo con l’ente debitore».
 

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