Dopo il no dei dirigenti comunali, Consiglio pronto a bocciare l'accordo su Casa Serena

Domenica 21 Maggio 2023 di Luca Gigli
Casa Serena ha davanti un futuro di abbandono

ROVIGO - La pietra tombale è pronta a essere calata sull’ipotesi di accordo di programma tra Comune, Regione, Ulss 5, Ater e Iras. Il no dei tre dirigenti del Comune Nicoletta Cittadin (Ragioneria), Marzia Rizzi (Lavori pubblici) e Valeria Orna (Servizi sociali) e dal segretario generale Alessandro Ballarin, consegna ai consiglieri comunali le ragioni per bocciare l’intesa costruita in mesi e mesi, con polemiche e ipotesi che tutto saltasse. E alla fine quasi certamente salterà. Questo, però, non significherà il fallimento dell’Iras, perché si potrebbe tornare all’idea iniziale proposta dall’allora commissario dell’ente, Ezio Zanon, ossia lo scioglimento consensuale della convenzione tra Iras stesso e Comune su Casa Serena, con quest’ultima a tornare in mano a Palazzo Nodari, diventando però un enorme complesso vuoto. In questo l’accordo aveva un senso, di non lasciare abbandonato il complesso di via Bramante.
Che è quanto evidenzia il capogruppo del Pd Nello Chendi, seppure parli a titolo personale non essendo stata decisa la posizione del gruppo. «Senza il via libera dei tecnici, si fa fatica a essere convinti e io non lo ero già prima. Va bene riconoscere i 3,2 milioni all’Iras per chiudere la convenzione, ma indebitarsi per 9 milioni vuol dire imbrigliare il Comune per due generazioni. Salviamo l’Iras come diceva Zanon, e accantoniamo i progetti».
Non passerebbe per una sconfitta politica del sindaco? «No, forse all’epoca si pensava che con 4 o 5 milioni si potesse fare tutto, ma non è così.

Non è una sconfitta di Gaffeo, ci ha messo il cuore, è stato un sogno, ma ora servono le tasche, tanti soldi su un palazzone di 50 anni fa. Zanon diceva: salvate l’Iras o salvate Casa Serena, lui vedeva i costi. Ci costerebbe più dell’ex ospedale Maddalena e ci sono tante urgenze per la città. Come gruppo, comunqum, ragioniamo attendendo l’ultimo parere, dei revisori dei conti».

L’OPPOSIZIONE
Un’attesa che è pure del capogruppo della Lega, Michele Aretusini, di solito più prodigo di parole e accuse. Ora si scontra con questi pareri negativi per il peso sul bilancio del Comune, nonostante avesse condiviso le parole dei giorni scorsi dell’Ulss e indirettamente della Regione, che l’operazione su Casa Serena si poteva fare, anche rinviando la ristrutturazione delle cucine. I tecnici, però, sono contrari anche solo alla proposta base da 8,4 milioni. «I pareri non sono conclusi, mancano i revisori - risponde - ci riserviamo di valutare ed esprimerci».
Non ha dubbi, invece, Matta Moretto, leader di Fratelli d’Italia. «A parte che i dirigenti secondo me entrano pure su aspetti politici degli scenari futuri, sono sempre stato dell’avviso che si dovesse semplicemente chiudere la convenzione con l’Iras risarcendo con i 3,2 milioni per i lavori fatti in passato sull’immobile. L’operazione l’ha voluta il sindaco e i dirigenti l’hanno smentito, perché Gaffeo non aveva fatto verifiche preliminari sui costi, prima di avviarsi nella trattativa. Si poteva chiudere la partita anni fa, invece continuandola si è ampliato il buco di bilancio dell’Iras».
I tecnici non dicevano che non si potevano dare i 3,2 milioni così senza ragione e dunque i progetti su Casa Serena erano la giustificazione? «La verità non la sappiamo, sappiamo solo quel che diceva il sindaco, mentre l’Iras sosteneva altro. Il Comune ha tenuto l’Iras in ostaggio per tutto questo tempo e a cosa è servito, quando la situazione era più semplice di quanto vogliano farla sembrare? E so che pure in maggioranza non vogliono approvare l’accordo proposto».

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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