Il no della Regione a proroghe sull’Iras: domani il consiglio

L’assessore Lanzarin ha risposto alla presidente del consiglio comunale Romeo sui tempi del voto in aula

Mercoledì 31 Maggio 2023 di Francesco Campi
L'Iras in quartiere San Bortolo a Rovigo

ROVIGO - Si terrà domani, come era già trapelato, il consiglio comunale chiamato a dare una risposta sul futuro dell’Iras. Una risposta che tuttavia non si potrà esaurire semplicemente nel no alla delibera e all’accordo di programma annesso, che non otterranno il sì dell’aula dopo la pesante bocciatura tecnica, con i revisori dei conti che hanno addirittura messo nero su bianco «che l’adozione e l’esecuzione della delibera possa comportare conseguenzialmente elementi perniciosi per l’ente, sia sotto il profilo della violazione di legge, sia sotto il profilo della salvaguardia patrimoniale dell’ente, con ogni eventuale e dovuta conseguenza comunicativa alla sezione regionale di controllo per il Veneto della Corte dei conti».


Insieme alla bocciatura, dovrà essere quanto meno ipotizzato un piano B, perché altrimenti si configurerebbe una Waterloo politica per l’amministrazione. Non a caso per oggi alle 15 è convocata una nuova riunione della conferenza dei capigruppo per capire il da farsi dal punto di vista procedurale riguardo all’emendamento presentato dal capogruppo della Lega Michele Aretusini, che da parte sua ribadisce: «Noi siamo pronti a votarla da soli e saremo noi stessi a segnalare alla Corte dei conti chi non farà tutto i possibile per evitare la messa in liquidazione dell’Iras, con annesso pesante contenzioso e danno patrimoniale evitabile».
L’emendamento è stato valutato come una nuova delibera, in quanto interviene non sono sul testo della delibera presentata dalla giunta, modificandola sostanzialmente, ma anche nel contenuto dell’accordo di programma sul quale si sono espressi i dirigenti, il segretario generale e i revisori, di fatto limitando tutto alla chiusura consensuale della convenzione e versando i 3,1 milioni già in bilancio a saldo degli investimenti che l’Iras ha fatto su Casa Serena.


REPLICA DA VENEZIA
Fra l’altro, lunedì l’assessore regionale a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin ha risposto alla nota inviata dal presidente del consiglio Nadia Romeo sabato al termine della precedente riunione dei capigruppo per comunicare le tempistiche previste, ribadendo che quella del 30 maggio, cioè ieri, era una data che non doveva essere superata, perché era il termine di validità dei preaccordi con i creditori. Il 30, però, era ieri. Nella sua articolata e perentoria risposta, l’assessore Lanzarin spiega come «nel prendere atto della presentazione di un emendamento e quindi della necessità di acquisire i relativi pareri tecnici ai sensi del vigente ordinamento, si ribadisce che l’indicazione del termine del 30 maggio discende dall’intervenuto accordo con i fornitori di Iras che hanno subordinato l’accettazione al pagamento, entro tale termine, quale disponibilità vincolante per la sottoscrizione dell’accordo transattivo a saldo e stralcio. Decorso detto termine gli accordi si intendono decaduti. Per tale motivazione si ribadisce ulteriormente che è necessario giungere ad una decisione da parte del consiglio comunale di Rovigo nel più breve tempo possibile, nel rispetto degli impegni assunti da tutti i soggetti partecipanti all’accordo stesso. Si confida pertanto, trattandosi di acquisire i pareri tecnici in un giusto contemperamento degli interessi in gioco, di disporre con tempistica ravvicinata della decisione del consiglio comunale nella consapevolezza delle decisioni che si renderanno conseguentemente dovute, tenendo in debita considerazione l’intento di conservazione dell’Istituto rodigino di assistenza sociale».
Parole che aggiungono pressione a pressione su un consiglio comunale che sarà tutto fuorché una passeggiata, con l’assessore Lanzarin che torna a indicare la strada già delineata con l’emendamento di Aretusini che, ovviamente, è stato concordato con la Regione: «Deve comunque essere il destino dell’Iras l’unico focus cui, a questo punto, tutti gli enti intervenuti dovranno pensare, anche in considerazione dell’impatto che la mancata o tardiva scelta potrà ricadere sul futuro dell’assistenza degli anziani non autosufficienti e sull’occupazione della città di Rovigo».

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