Flagello granchio blu a Rovigo: perso il 96% delle vongole nelle sacche di Canarin e Scardovari

Giovedì 31 Agosto 2023 di Francesco Campi
Un granchio blu sulla spiaggia

ROVIGO - Prima regola: conoscere il nemico. In questo caso un invasore che non lascia scampo, arrivando a uccidere fino al 96% della popolazione autoctona. È il caso dell’ormai tristemente noto granchio blu, originario delle coste occidentali dell’Oceano Atlantico, considerato una della specie aliene più invasive nel Mediterraneo, che quest’estate ha seminato distruzione negli allevamenti di molluschi del Delta e che è stato oggetto di un accurato studio eseguito congiuntamente dai tecnici dell’Area Maree e lagune e dell’Area per la conservazione, la gestione e l’uso sostenibile del patrimonio ittico e delle risorse acquatiche marine nazionali dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del ministro dell’ambiente, dell’Unità organizzativa Biologia ambientale e Biodiversità di Treviso e dell’Unità organizzativa Monitoraggio acque marine e lagunari di Rovigo dell’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, accompagnati dal consulente biologo del Consorzio cooperative pescatori del Polesine, Emanuele Rossetti.

LE VALUTAZIONI
Il sopralluogo, cui sono seguite analisi in laboratorio, è stato effettuato il 27 luglio e «ha permesso di verificare la presenza consistente di granchi blu nelle aree indagate. Sulla base delle catture osservate con ostreghero (tipo di rete usato per la pesca in laguna che ha la forma di un imbuto e che viene tenuto aperto da un palo di ferro, ndr) si evidenziano valori elevati di densità di granchio blu compresi tra 0,08 e 0,5 individui al metro quadro. I valori riscontrati sono stati maggiori nella Sacca del Canarin rispetto a Scardovari. I campioni di vongole raccolti e analizzati confermano, inoltre, che nelle aree indagate sono presenti esemplari, con segni dovuti alla predazione da parte dei granchi, in numero relativamente maggiore nella Sacca del Canarin rispetto a quelli delle aree indagate a Scardovari. In particolare nella Sacca del Canarin, dai campionamenti effettuati negli orti di ingrasso delle vongole, si sono registrate percentuali elevate di esemplari con valve aperte (68-96%), con valve evidentemente lesionate da predazione di granchio blu con percentuali che vanno dal 41 al 56%. Inoltre, la presenza del seme (le vongole “neonate”, ndr) triturato nell’area di reclutamento naturale di Scardovari indica la presenza di predazione da parte del granchio blu anche nelle aree di insediamento naturale della vongola filippina. Il Consorzio riferisce che ciò va a compromettere le successive semine negli orti di ingrasso».
 

LE ZONE
In due delle aree monitorate nella Sacca del Canarin, una ad alta densità di vongole in produzione, circa 750-800 per metro quadro, seminate a marzo-aprile 2022 e che teoricamente dovevano essere raccolte ad agosto, e una sempre ad alta densità seminata a dicembre, è risultato vivo solo il 4% della popolazione di vongole, con il 96% andato perduto e rispettivamente il 51% e il 56% aveva le valve aperte con i chiari segni delle chele del granchio. In uno dei tre orti analizzati nella Sacca di Scardovari, invece, seminato un anno fa e arrivato a maturazione, la percentuale di vongole vive è risultata il 23%, con una vongola su tre che aveva lesioni al guscio provocate dall’attacco dei granchi. In un altro orto, «il seme naturale presente risultava completamente triturato. Pur non essendo stato possibile quantificare il numero di conchiglie lesionate o non lesionate, perché frantumate, tale dato è rilevante dal momento che risulta compatibile con elevati tassi di predazione da parte del granchio». Insomma, una strage. Dal punto di vista biologico, il nemico è potente: il granchio blu può vivere fino a 4 anni, è estremamente fertile perché una femmina può deporre da 700mila fino a 8 milioni di uova, tollera temperature dai 5°C, insabbiandosi quando fa freddo, fino ai 35°C e valori di salinità dal 2% fino al 117%, ha una dieta onnivora mangiando bivalvi, gasteropodi, crostacei, anellidi, insetti, pesci e anche alghe.
 

Ultimo aggiornamento: 16:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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