La rivelazione del fondatore Beppe Carletti: «I miei Nomadi nacquero in un dancing di Trecenta»

Sabato 8 Maggio 2021 di Marco Scarazzatti
La rivelazione del fondatore Beppe Carletti: «I miei Nomadi nacquero in un dancing di Trecenta»
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ROVIGO - Quasi 60 anni fa nascevano i Nomadi, una delle band italiane più amate di sempre. Forse non tutti sanno che questo gruppo nacque in Polesine. E’ lo stesso tastierista, Beppe Carletti, fondatore, assieme al compianto Augusto Daolio del complesso, a raccontare il clamoroso retroscena, in occasione dell’uscita del nuovo album di inediti “Solo esseri umani”.

L’INCONTRO
«Aveva solo 16 anni quando, nel gennaio del 1963, al dancing club “Oasi” di Trecenta, conobbi uno spilungone magro come un chiodo, con un accenno di barba e un paio di occhialoni sul naso - racconta Beppe Carletti, che a lo scorso febbraio ha pubblicato il libro “Io Vagabondo. 50 anni di vita con i Nomadi” (Arcana Edizioni) - Era proprio Augusto Daolio, emiliano, la cui famiglia aveva un bar a Novellara (Reggio Emilia). Un chitarrista che era con me, mi disse che aveva portato con sé un ragazzo che faceva il cameriere e che sapeva cantare: era Augusto. Salimmo insieme sul palco e da quel momento non ci separammo più. Ce ne andammo a Riccione per 77 giorni consecutivi a suonare, sia il pomeriggio che la sera».
Quell’incontro nella discoteca di Trecenta segnò l’origine dei Nomadi come band, nell’era in cui il fenomeno dei complessi e dei cosiddetti “capelloni” stava esplodendo, rivoluzionando il mondo della musica e anche della società. E fu la nascita di un gruppo di sei amici, come spiega Carletti, la cui carriera artistica non si è mai fermata, nemmeno quando, nell’ottobre del 1992, un cancro ha spento per sempre la voce di Augusto. “Quando si andava a fare un concerto in un paese - prosegue il tastierista - Augusto, che dormiva pochissimo, se ne andava di buon’ora a cercare siti archeologici e le particolarità del luogo e la sera le raccontava sul palco. Era una persona estremamente curiosa, aveva sempre un libro in mano, dipingeva, aveva fame di conoscenza e di vita». 
UN VIAGGIO STRAORDINARIO
Nel nuovo album I Nomadi per la prima volta hanno voluto dedicare una canzone al loro fondatore. “Il segno del fuoriclasse” è un omaggio a quel ragazzo con cui Carletti ha condiviso 30 anni di musica e di amicizia, dai 16 ai 46 anni: “Sono stati gli anni più belli, quelli in cui si fiorisce e si diventa uomini. E’ stata una fortuna per me essere il tastierista dei Nomadi e non il cantante, altrimenti sarebbe stato impossibile riuscire a cantare di Augusto, senza commuoversi». «Dalla nostra amicizia, nata su un palco di Trecenta - prosegue - è partito il viaggio straordinario dei Nomadi. Una storia che continua con gli stessi valori delle origini, primo fra tutti la coerenza, e che potrebbe presto essere raccontata in un film. La formazione dei Nomadi è cambiata negli anni, in particolare con avvicendamenti al microfono, ma lo spirito è quello delle origini e Augusto è vivo, anche per i più giovani che non lo hanno conosciuto, ma che ancora chiedono di lui». 
I Nomadi prima del Covid erano soliti organizzare 80 concerti all’anno, con una media annuale di 1.000.000 di spettatori, comprendenti bambini, genitori e nonni, creando così quello che si può definire il “popolo nomade”. E’ la band più longeva in Italia e prima di loro, al mondo, ci sono solo i mitici Rolling Stones. Dal 1993 è stato creato l’evento “NomadIcontro”, che vede come protagonista lo stesso gruppo, con l’intento in primo luogo di ricordare Augusto. Ad oggi il gruppo emiliano conta 52 lavori, fra dischi in studio, live e raccolte, per un totale di oltre 15.000.000 di copie vendute. Accanto a ciò vi è anche l’impegno umanitario che ha visto i Nomadi promotori di varie iniziative di solidarietà e numerosi viaggi benefici. Nel 2012, ad esempio, Beppe Carletti ha organizzato il Concerto per l’Emilia, a favore delle zone colpite dal terremo, raccogliendo 1.189.896 euro, utilizzati per il ripristino (avvenuto nel settembre dello stesso anno, dopo soli 3 mesi dal sisma) di un’ala degli ospedali di Carpi e Mirandola.
 

Ultimo aggiornamento: 14:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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