L'Ulss potenzia il Centro di procreazione assistita. All'ospedale di Trecenta richieste anche da fuori regione

Nella prima metà di quest’anno i cicli sono già 81, con 24 gravidanze, con un incremento di 41 cicli nel primo semestre 2023 (il 25% più del 2022)

Giovedì 7 Settembre 2023 di Francesco Campi
L'Ulss potenzia il Centro di procreazione assistita. All'ospedale di Trecenta richieste anche da fuori regione

ROVIGO - Solo nelle province della Sardegna, Sassari esclusa, e a Verbania, c’è un tasso di natalità più basso di quello del Polesine, la cui popolazione invecchia senza rinnovarsi.

Il tasso di natalità, rapporto tra il numero dei nati in un anno e l’ammontare della popolazione residente, in provincia di Rovigo nel 2022 è stato pari al 5,1 per mille, rispetto a una media nazionale e del Nordest che sono coincidenti: 6,7 per mille. Nel corso dello scorso anno sono nati circa 1.200 bambini, lo 0,5% in meno rispetto al 2021. Al primo gennaio scorso, i bambini con meno di un anno erano 1.186, quelli fra 10 e 11 anni 1.850, per capire meglio cosa significa questa riduzione. Una tendenza comune a tutto il Paese, come sottolinea l’Istat: «Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità».


L’ATTIVITÀ
C’è però chi, proprio in Polesine, lavora per dare la speranza di un figlio anche a chi lo vorrebbe, ma ha problemi di infertilità. Si tratta del personale del Centro per la procreazione medicalmente assistita dell’ospedale di Trecenta, dove nel 2019 sono state accolte e seguite 113 coppie, 77 residenti in Veneto e 36 fuori regione, nel 2020 anno del deflagrare della pandemia, con tutti i problemi connessi, le coppie seguite sono state 78, 58 venete e 20 di altre regioni, nel 2021 sono stati 103 i percorsi personalizzati, 65 di veneti e 38 di residenti fuori regione, mentre nei primi sette mesi di quest’anno, da gennaio a luglio, sono già state 79 le coppie che hanno avviato un trattamento, 61 residenti in Veneto e 18 da altre regioni.
Il numero complessivo di trattamenti rende bene l’idea della complessità delle attività: 341 cicli di procreazione effettuati nel 2019, 193 nel 2020, 229 nel 2021 e 313 nel 2022. Nella prima metà di quest’anno i cicli sono già 81, con 24 gravidanze, con un incremento di 41 cicli nel primo semestre 2023, pari al più 25% rispetto allo stesso periodo del 2022. Complessivamente, dal 2019 allo scorso luglio, sono state ben 131 le gravidanze frutto dei percorsi del Centro Pma del San Luca.


INVESTIMENTI
Nella consapevolezza del prezioso ruolo, anche a livello nazionale, di questa struttura, l’Ulss guidata dal direttore generale Patrizia Simionato ne ha programmato un importante intervento di riqualificazione. Sono previste due fasi, da novembre prossimo fino a marzo 2024. La prima, spiega l’Ulss «è legata alla realizzazione degli ambienti per i contenitori criogenici e loro deposito, la “banca del seme”, di ultima generazione, che accoglierà non solo i processi di conservazione per il Centro Pma dell’Ulss 5, ma anche per l’Azienda ospedaliera di Padova attraverso convenzione. A seguire, l’adeguamento del reparto di Procreazione medicalmente assistita».
Il progetto, che ha un costo complessivo di 504mila euro, prevede una ristrutturazione edilizia, la ridefinizione degli spazi per l’accoglienza, per le attività professionali e l’adeguamento delle tecnologiche. «Questo Centro - spiega il direttore sanitario Alberto Rigo - ha un’organizzazione ottimale per la cura della infertilità di coppia e il prossimo intervento di ristrutturazione alzerà ancora questo valore aggiunto. Non dimentichiamo che questo servizio viene offerto col solo pagamento del ticket, prenotando al Cup».
Leonardo Dossi, ginecologo, responsabile del Centro, evidenzia come «il primo incontro con la coppia è fondamentale, così come i necessari esami che ci permettono di inquadrare precisamente il percorso per la natalità, dal punto di vista diagnostico e terapeutico. Le coppie vengono poi accompagnate offrendo loro consulenze con l’urologo, lo psicologo, il nutrizionista e il biologo».
Da marzo l’Ulss ha aumentato la possibilità di primi colloqui da 2 a 5 settimanali.

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