«Stop alle auto sui passi dolomitici
e via ai bus navetta dal fondovalle»

Sabato 17 Settembre 2016 di Damiano Tormen
Il Passo Sella
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Passi chiusi. Ma non vuoti. Il Cai sta dalla parte del silenzio sulle Dolomiti. Però spinge per creare un sistema in grado di portare ad una chiusura «indolore» dei valichi. Di tutti, non solo del Sella. La sperimentazione va bene, dicono dai club alpini del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, del Trentino e dell'Alto Adige. «Purché non diventi controproducente». Ergo, avanti tutta con la regolamentazione del traffico veicolare e con la creazione di modelli alternativi: bus navette dal fondovalle, spazio alle biciclette, eventi culturali e iniziative mirate per far scoprire i passi a piedi. Niente auto e niente moto sul Sella, sul Pordoi, sul Fedaia e su tutti gli altri grandi passi dolomitici. «Che rappresentano una preziosa sintesi della storia naturale e umana del patrimonio dell'umanità - premettono i Cai del Triveneto -. Tali peculiarità hanno determinato negli ultimi decenni una crescente pressione, urbanistica e viabilistica, che ne ha stravolto la fisionomia, arrivando a trasformare alcuni tra i più bei valichi alpini in «non luoghi». In alcuni casi il caotico affastellarsi di costruzioni prive di rispetto delle tradizioni locali ha determinato il sovraffollamento edilizio e la progressiva perdita dei caratteri originari. Il traffico in costante aumento ne cancella i silenzi, occupa gli spazi, ne deteriora la valenza ambientale».
Proprio da qui, dal rumore e dal traffico di un mese all'anno, è partita la richiesta di chiudere i passi ad auto e moto. Suffragata dalla Fondazione Dolomiti Unesco e da uno studio dell'Eurac di Bolzano relativo ai flussi di traffico. A metà agosto, poi, i «puristi» avevano lanciato la proposta: trasformare le strade dei passi in grandi piste ciclo-pedonali. E la settimana scorsa è stato ufficializzato che dal prossimo anno partirà la chiusura sperimentale del Passo Sella. Il tutto tra le ire più o meno dichiarate della Regione Veneto e delle associazioni degli albergatori, preoccupati delle conseguenze sui flussi turistici del Veneto e della montagna bellunese in particolare. Adesso il Cai rilancia: non solo chiusura, ma ripensamento integrale di cosa devono essere i passi dolomitici. «La sperimentazione deve partire da una pianificazione complessiva dell'intervento che contempli la creazione di aree per il parcheggio nei fondovalle, l'attivazione di un sistema di trasporto collettivo in quota, la valorizzazione delle aree sommitali in termini di fruizione paesaggistica, ma anche culturale e scientifica - dicono i club alpini -. Non si può pensare che un «balcone vuoto» sia in grado di sostituire l'attuale facilità d'accesso con un futuro interesse d'accesso se questo non viene stimolato attraverso una serie di offerte ideate per rafforzare il concetto di opportunità unica, che invitano alla visita e che esercitano attrazione. La sperimentazione del Passo Sella nasce debole e rischia di restituire risultati poco incoraggianti su chi privilegia il mezzo privato e soprattutto effetti controproducenti sugli altri passi, sottoposti a pressioni ancora maggiori. Ormai è il momento di scelte strategiche complessive, che riguardano anche la mobilità sui fondovalle».(((tormend)))
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Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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