Il dialetto resiste, è diventato
una lingua di famiglia

Lunedì 4 Luglio 2016 di Natascia Porcellato
Il dialetto resiste, è diventato una lingua di famiglia
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Il dialetto sembra resistere al tempo e si conferma come la lingua degli affetti dei nordestini. Queste sembrano essere le principali indicazioni che emergono dai dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Sette rispondenti su dieci, infatti, parlano molto o abbastanza spesso in dialetto in famiglia e una quota sostanzialmente analoga (69%) lo utilizza normalmente con gli amici. Meno diffuso, invece, è il suo uso al lavoro: è il 35%, infatti, a parlarlo abitualmente. In tutti i contesti proposti la serie storica mostra una sostanziale stabilità recente, mentre rispetto al 2002 la crisi appare più marcata per l’utilizzo della lingua locale in ambiente professionale. Chi deve insegnare il dialetto? La trasmissione viene affidata alla famiglia: è il 63% a ritenere che si possa imparare solo qui, mentre il 35% lo vorrebbe come materia di studio a scuola. 
Nonostante l’inglese e la globalizzazione; nonostante la crescita dell’istruzione e il suo minor impiego nella quotidianità lavorativa; nonostante sia stato persino brandito da una parte politica come bandiera (mai pienamente ceduta, in realtà): il dialetto resiste nel Nordest.
Sette nordestini su dieci, infatti, parlano dialetto in famiglia o con gli amici, mentre è poco più di uno su tre (35%) ad utilizzarlo nel lavoro. La dinamica che ha interessato l’utilizzo dell’idioma locale sul lavoro appare quella che ha subito dei mutamenti più radicali: nel 2002, infatti, era il 55% ad utilizzarlo (-20 punti percentuali rispetto ad oggi). L’abitudine di parlare dialetto in famiglia o con gli amici, invece, appare sostanzialmente stabile rispetto al recente passato, mentre guardando al 2002 la diminuzione è più contenuta e si ferma intorno ai 5-7 punti percentuali. 
In famiglia. Al crescere dell’età cresce anche la quota di persone che lo parla tra le mura domestiche. Tra gli under-25, è il 55% a parlare dialetto molto o abbastanza spesso con mamma e papà, mentre tra i loro "fratelli maggiori" il valore sale al 59%. Il 65% delle persone di età centrale (35-44 anni), poi, lo utilizzano in famiglia e la percentuale sale al 72% tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni. È tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni, però, che la percentuale va oltre la media dell’area (79%), anche se il valore massimo possiamo osservarlo tra gli over-65 (82%). La percentuale sale tra chi ha la licenza elementare (85%). Tra quanti hanno un livello di istruzione medio il valore si attesta intorno alla media dell’area (73%), mentre scende tra chi ha un diploma o una laurea (57%). Considerando la dimensione urbana, emerge che il dialetto in famiglia è più utilizzato nei comuni con meno di 50mila abitanti (72-75%). Professionalmente, infine, sono soprattutto gli operai (76%), oltre agli imprenditori, le casalinghe e i pensionati (83%) a parlare con maggior frequenza dialetto in famiglia. 
Il dialetto deve essere insegnato a scuola? Secondo il 35% la lingua locale dovrebbe trovare posto tra le materie curriculari, mentre il 63% pensa che il suo insegnamento sia possibile solo in famiglia. Ma sono proprio coloro che non lo parlano abitualmente in casa a sostenere maggiormente l’importanza della famiglia nella sua trasmissione (67%), mentre tra chi già lo parla tra le mura domestiche tende a crescere la quota di quanti vorrebbero un contributo della scuola (38%).
 
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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