Vigonza. Colpo in tabaccheria, rapinatori rumeni perfettamente integrati: «Mi hanno urlato in dialetto di dargli tutti i soldi». Poi rubano qualche pacchetto di sigarette

Giovanni Benato è la vittima della rapina del trio di malviventi, ma li ha fatti fuggire a mani vuote

Sabato 6 Aprile 2024 di Lorena Levorato
Vigonza. Colpo in tabaccheria, rapinatori rumeni perfettamente integrati: «Mi hanno urlato in dialetto di dargli tutti i soldi». Poi rubano qualche pacchetto di sigarette

VIGONZA (PADOVA) - «Appena ho visto la pistola, ho pensato subito di scappare e di nascondermi». Inizia così il racconto di Giovanni Benato, titolare dell'omonima tabaccheria di famiglia in via Grandi, in pieno centro a Vigonza, a lato della rotatoria sulla regionale 515 Noalese, vittima giovedì pomeriggio della rapina a mano armata mentre stava caricando il distributore automatico di sigarette.

L'ARRIVO

«Erano da pochi minuti passate le 16 ed avevo appena riaperto la tabaccheria dopo la chiusura per la pausa pranzo racconta Benato -. Mentre stavo caricando il distributore automatico delle sigarette all'esterno del negozio, sono stato affiancato da un'auto, una Mercedes, con a bordo tre uomini. Subito dopo dall'auto è sceso uno di loro e mi si è avvicinato alle spalle, dalla parte della mia sinistra dicendomi, in dialetto: "dammi i soldi dell'incasso". D'istinto mi sono girato e non appena ho accennato ad un movimento della testa, con la coda dell'occhio ho fatto in tempo a vedere che l'uomo si è calato il passamontagna sul viso, e stava per dirigersi verso la porta d' ingresso della tabaccheria».
«Nello stesso istante, mentre il rapinatore faceva questo, ha estratto una pistola.

In quei frangenti di paura, non sono riuscito a capire se si trattava di una pistola giocattolo o di un'arma vera, ma d'istinto la prima cosa che mi è venuta da fare è stata di mollare tutto e di scappare via e mettermi al sicuro».

LA FUGA

Giovanni Benato è corso via facendo un paio di metri fino a raggiungere l'angolo dell'edificio per nascondersi dietro al muro da dove, però, poteva vedere l'auto dei rapinatori. «Il rapinatore non mi ha puntato la pistola in faccia, ma l'ha solo tirata fuori e agitata in aria, ma quando ho visto quella scena sono scappato via continua Benato -. Nascosto dietro al muro mi sono messo a urlare: "c'è una rapina, c'è una rapina", e poi "ma cosa fate tanto ci sono telecamere ovunque!". Forse preso alla sprovvista dalla mia reazione, e temendo l'arrivo di qualcuno, l'uomo con il passamontagna è tornato indietro si è fermato davanti al distributore, che era rimasto aperto, e ha allungato il braccio verso le sigarette e penso abbia fatto in tempo a rubare pochi pacchetti. Poi, con un balzo è risalito nell'auto dei complici e sono scappati via tutti, sgommando verso la Regionale. Secondo me non hanno calcolato che a quell'ora non avevo soldi con me né in cassa perché, appunto, avevo appena riaperto».

SECONDI DI PAURA

Anche se la scena si è svolta molto rapidamente, fulminea, il tabaccaio è riuscito a vedere bene quello che guidava la Mercedes. «Il tutto sarà durato una quindicina di secondi, ma che a me sono sembrati un'eternità prosegue Benato -. Proprio una questione di attimi. È stato tutto molto veloce, ma la paura è stata tanta anche perché davanti a certa gente spudorata, che nulla ha da perdere e che non temono nemmeno il carcere, non si può sapere che reazioni e che comportamenti possano avere. Ripeto: ho pensato subito di scappare via e di nascondermi».
Fortunatamente nessuna conseguenza fisica per lui che al momento del colpo era da solo e non c'erano clienti. «Secondo me non erano del posto perché è noto che la mia tabaccheria chiude alle 13 e riapre alle 16 precisa Benato -. Tra l'altro dalle immagini delle telecamere, si vede che poco prima di fermarsi davanti al negozio, la Mercedes passa di fronte lungo via Grandi, rallenta e poi prosegue la marcia. Dopo di che, vedendo le porte aperte ed io che ero fuori, i rapinatori devono aver fatto inversione e sono tornati indietro fermandosi davanti al distributore di sigarette. Questo mi fa ipotizzare che non fossero della zona».
La notizia della rapina da Benato si è sparsa in un attimo in paese e già giovedì pomeriggio, ma anche ieri mattina, i clienti che entravano scuotevano al testa in senso di disapprovazione per quanto accaduto, esprimendo a Giovanni la loro solidarietà. «So che sono già stati identificati e arrestati, e spero solo che non liberino nel giro di un paio di giorni - conclude Giovanni -. Ringrazio gli agenti della Polizia locale e i carabinieri che sono arrivati subito e si sono immediatamente messi alla ricerca dei malviventi. E poi i miei clienti per la loro vicinanza».
Giovanni si occupa dell'attività di famiglia dopo che, a dicembre del 2017, dopo oltre sessanta di attività, il negozio di alimentari, il primo aperto in tutta Vigonza e che un tempo era un tutt'uno con la tabaccheria. Ora, dopo la divisione dei locali, al posto dello storico casolino c'è un'agenzia immobiliare. A dicembre del 2020, il fondatore dell'alimentari, Giorgio Benato, padre di Giovanni, è mancato a 80 anni dopo aver contratto il Covid.
 

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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