Profezia choc del parroco di Cessalto: «Fra vent'anni saremo tutti musulmani». La diocesi lo sostiene: «E' vero, loro sono più credenti»

Mercoledì 17 Aprile 2024 di Annalisa Fregonese
Don Mauro Gazzelli, parroco di Cessalto

ODERZO (TREVISO) - Sta facendo discutere l'omelia di don Mauro Gazzelli, parroco di Cessalto, che durante la messa domenicale ha lanziato una profezia-provocazione ai fedeli: «Fra vent'anni saremo noi cristiani la minoranza. E lasceremo campo libero a chi prega veramente, i musulmani per esempio».

Anche la diocesi di Vittorio Veneto la pensa così.

«Le parole di don Mauro possono apparire come una provocazione, e lo sono certamente - nel dibattito interviene don Alessio Magoga, responsabile dell'ufficio stampa della diocesi vittoriese - Tuttavia, ci spingono a pensare e a riflettere perché non dicono altro che la realtà delle cose: i musulmani che arrivano e sono da noi normalmente sono credenti convinti, mentre noi cristiani, che siamo qui da lungo tempo, lo siamo poco. Quello che deve farci timore – a mio avviso – non è tanto la presenza degli islamici, ma la poca fede di noi italiani (ed europei), in maggioranza battezzati, ma ciò nonostante poco inclini a esprimere con le scelte della vita la nostra fede cristiana».

ORA DI RELIGIONE OBBLIGATORIA

A Oderzo, per contro, gli studenti dell'istituto Brandolini hanno la frequenza obbligatoria all'ora di religione cattolica. L'ha ben evidenziato don Gino Cia, padre giuseppino alla serata promossa dall'Ascom-Confcommercio.

«Da noi l'ora di religione è per tutti, tutti la frequentano anche i non cattolici o cristiani, secondo le indicazioni ministeriali e la nostra è scuola di formazione umana e cristiana, chi la sceglie lo sa bene, eppure abbiamo anche diversi non praticanti e non cristiani tra i nostri allievi in tutti i settori – conferma il direttore del Brandolini don Massimo Rocchi -. Io stesso insegno religione e conosco le altre religioni, possiedo e ho studiato il Corano. La conoscenza non obbliga. È la non conoscenza che non crea libertà... Come si può oggi, con i fatti del mondo che viviamo, con il mescolarsi di culture e religioni, non conoscere la cultura e la religione del paese dove si abita? Come si può rendere facoltativo un confronto che oggi è sempre più necessario? La via della pace non sta nella negazione, ma nella collaborazione e comprensione reciproca». 

«Per quanto riguarda le proposte formative del Brandolini – chiude don Magoga - credo abbiano un'importante finalità di carattere culturale e possono aiutare chi arriva nelle nostre terre - anche se appartiene ad una religione diversa - a capire il contesto in cui si trova: questa è una condizione necessaria per poter avviare qualsiasi percorso di integrazione». Una necessità sempre più attuale.

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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