Vajont, record di turisti, 60mila paganti sulla diga: adesso bisogna prenotare

I siti del disastro del 9 ottobre 1963 sono la seconda meta preferita in Friuli Venezia Giulia dopo il castello di Miramare

Venerdì 27 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
Vajont, record di turisti, 60mila paganti sulla diga: adesso bisogna prenotare

ERTO E CASSO -  Il numero definitivo dell’anno in corso non c’è ancora, ma viste le prenotazioni tutto fa supporre che sarà da record. Intorno alle 60mila presenze paganti che - più o meno - raddoppiano se si sommano anche quelle di chi arriva sul piazzale, entra nella chiesetta, guarda la diga dall’esterno, fa quattro passi sotto la galleria e poi se ne va. Oltre 120mila. Sono numeri importanti che fanno della diga del Vajont la seconda metà a pagamento più visitata in Friuli Venezia Giulia.

La prima, irraggiungibile, è il castello di Miramare che per le presenze paganti supera 300mila e arriva a oltre 800mila per le visite gratuite nei giardini. 


LA RICORRENZA
Se è vero che la diga del Vajont da sempre è una delle mete che emotivamente attirano tante persone, è altrettanto vero che quest’anno, il sessantesimo dalla notte della tragedia, ha fatto da traino. L’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto il resto. Da quanto il capo dello Stato, primo ad essere presente in forma istituzionale negli ultimi vent’anni, ha messo piede sul coronamento, la passerella panoramica costruita dall’Enel e data in gestione alla direzione del parco delle Dolomiti, da dove si vede l’interno del manufatto, c’è stata una esplosione di richieste. Proprio ieri la direzione ha comunicato che da domenica prossima, visto il numero di richieste e l’afflusso di persone sarà possibile accedere al coronamento della diga del Vajont solo muniti di prenotazione. Non è tutto. Le scuole fanno a gara da settembre per portare i loro ragazzi e tutte vogliono la guida formata dalla Fondazione Vajont che oltre a spiegare come e cosa accadde quella notte, fa arrivare gli studenti fino a Erto. Ora da novembre la diga chiuderà, ma le visite sono già prenotate per altri tre mesi quando si riapriranno i cancelli la prossima primavera. 


LE EMOZIONI
Il resto, se ce ne fosse stato bisogno, lo ha fatto l’installazione sensoriale allestita nel Centro visite di Erto e Casso. Quando una cosa è forte, emozionate e coinvolgente come quella visone, non ha bisogno di grande marketing. Il tam tam di chi l’ha vista fa molto di più. Del resto lo spazio che per la sua dimensione si presta a una visione molto intima (non possono accedere più di cinque persone), pone chi guarda all’interno della temporalità dell’evento. Inizialmente sono i paesaggi in bianco e nero della vigilia della catastrofe con lo scorrere di immagini sino ad arrivare ad abbracciare l’intero invaso e con i rumori della quotidianità. Le immagini poi lasciano il posto al nero, mentre l’ambiente si gonfia dei rumori dell’imminente catastrofe, amplificati dal dispositivo tecnico progettato per l’occasione: il pavimento entra in vibrazione mentre una corrente, che rimanda allo spostamento d’aria provocato dall’improvviso movimento delle acque, colpisce lo spettatore, avvolto da una musica di fortissimo impatto emozionale. Nel fine settimana la coda per entrare è lunghissima.


I NUMERI
Il direttore del parco delle Dolomiti, Graziano Danelin non vuole sbilanciarsi, ma sa bene che questo è un anno da mettere in collezione. «Il numero più alto di visitatori paganti - spiega - lo abbiamo raggiunto nel 2014, quando abbiamo contato l’emissione di poco più di 50mila biglietti per l’accesso al coronamento. Quest’anno pensiamo di andare oltre. Forse anche parecchio oltre». Nessuno lo dice apertamente, ma la previsione è intorno alle 65mila presenze paganti che raddoppiano sommando anche le visite gratuite sul piazzale e nella galleria. Certo, il castello di Carlotta e Massimiliano a Trieste è inavvicinabile, ma la Diga del Vajont è sulla buona strada.
 

Ultimo aggiornamento: 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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