BELLUNO - Cosa hanno fatto le scuole per ricordare la tragedia del Vajont? Gli studenti sono stati coinvolti in questo sessantesimo anniversario del disastro? Il presidente del Veneto, Luca Zaia, l'aveva detto lunedì a Longarone, nel corso della cerimonia alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma ieri l'invito si è trasformato in un rimprovero: «Dai riscontri che ho avuto, si poteva certamente fare di più negli istituti scolastici».
In un videomessaggio diffuso ieri da Palazzo Balbi, il presidente della Regione del Veneto ha di fatto richiamato presidi e insegnanti. «Lunedì - ha detto - assieme al capo dello Stato, Sergio Mattarella, abbiamo commemorato i 60 anni dalla tragedia immane del Vajont, causata dal delirio di onnipotenza dell'uomo. È stata una giornata molto sentita, anche grazie al presidente della Repubblica: numerosi erano stati gli appelli, di tutte le istituzioni, perché l'anniversario della tragedia fosse spunto anche per un approfondimento in tutte le scuole.
IL PROVVEDITORATO
Lo scorso febbraio l'Ufficio scolastico regionale del Veneto aveva scritto a presidi e insegnanti suggerendo di "programmare un viaggio d'istruzione presso i Luoghi della Memoria del Vajont". "Il Comune di Longarone e l'intera comunità - diceva la lettera - oltre alla memoria, hanno come obiettivo quello di guardare al futuro e alle nuove generazioni con iniziative che possano far conoscere quanto accadde di terribile quella tragica notte, e mai dimenticare, così da evitare che simili eventi possano ripetersi".
I PRESIDI
Ma è vero che le scuole hanno fatto o poco o niente? «Non so che riscontri abbia avuto il presidente della Regione, ma non mi pare il caso di generalizzare - dice Paola Bortoletto, trevigiana, presidente nazionale dell'Andis, l'associazione dei dirigenti scolastici -. Del 9 ottobre abbiamo sempre parlato ai ragazzi, anche ai più piccoli della scuola primaria, organizzando anche uscite sulla diga. Io stessa, per questo sessantennale, ho mandato nella chat del Veneto la poesia di un bellunese che ha vissuto la tragedia. Dopodiché le riflessioni sul rapporto con la natura possono essere maggiormente sviluppate con gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, ma posso dire che la scuola veneta da sempre è molto attenta all'ambiente».