Suona l'allarme del braccialetto elettronico: scatta il controllo, ma lui è evaso. Accusato di rapina, violenza e minacce

Il giovane fa parte della banda dei pestaggi in centro. Aveva ottenuto gli arresti domiciliari in casa della nonna

Domenica 31 Marzo 2024 di C.A.
Suona l'allarme del braccialetto elettronico: scatta il controllo, ma lui è evaso. Accusato di rapina, violenza e minacce

PORDENONE - Vent’anni e, tra poco meno di un mese, un’udienza preliminare in cui è chiamato a rispondere di una serie di reati che vanno dalla resistenza al furto e dalle lesioni personali alla rapina. Una posizione delicata, che un’evasione ha ulteriormente complicato per quanto riguarda le conseguenze penali. Bassati Kamagate, nato in Costa d’Avorio nel 2003, è uno dei giovanissimi che lo scorso anno per settimane hanno spadroneggiato nel centro cittadino. Fa parte della banda dei pestaggi e lo scorso settembre era stato sottoposto alla misura cautelare in carcere. Aveva successivamente ottenuto gli arresti domiciliari. Ad accoglierlo in casa era stata la nonna. Era vigilato a distanza grazie al braccialetto elettronico e l’altro giorno, quando nella sala operativa dei carabinieri è scattato l’allarme, i militari sono andati subito a verificare il motivo dell’allerta.

Non si trattava di un malfunzionamento del dispositivo. Il giovane è evaso. «È andato via...», ha detto ai carabinieri la nonna allargando le braccia. Il braccialetto non è stato ritrovato. È probabile che se lo sia tolto in un secondo momento.


LE RICERCHE

Non si sa dove il giovane possa aver trovato ospitalità. In città è conosciuto, la sua presenza non passerebbe inosservata. Il suo comportamento ha ulteriormente peggiorato la sua posizione. Rischia il carcere. Il giudice per le udienze preliminari, infatti, potrebbe chiedere un aggravamento della misura cautelare, visto che nemmeno il braccialetto elettronico si è rivelato sufficiente. Se verrà rintracciato, inoltre, scatterà l’arresto per evasione.

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IL PROCEDIMENTO

Kamagate si trova nella doppia veste di imputato e vittima. In un procedimento risulta come parte offesa, perché vittima di un pestaggio in via Mazzini, quando finì in ospedale a Udine con un grave trauma cranico. È invece imputato per la rapina in via Mazzini, in concorso con altri amici, quando un ragazzo afghana fu preso a pugni per un pacchetto di sigarette, ferito con un tirapugni e preso a calci (30 giorni di prognosi). Gli è imputata una seconda rapina, sempre in concorso, in piazza Cavour: un paio di auricolari sottratti dopo aver dato un violento ceffone a un giovane immigrato. Gli sono poi contestati furti di lattine di birra alla Pam di corso Garibaldi. Una resistenza ai carabinieri, un furto in via Mazzini e una rapina a un mini market, in concorso con altri componenti della banda, quando il titolare fu colpito con un pugno e minacciato di morte. Il procedimento sarà trattato il 24 aprile nell’udienza preliminare del gup Milena Granata. Alla precedente udienza un difetto di notifica ha costretto il giudice a rinviare il processo, che si è spezzato in più parti. Il filone principale, oltre a Kamagate, riguarda altri quattro imputati.

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