Rifugiato pestato a sangue in pieno centro, i carabinieri a caccia della banda dei violenti

Il sindaco Ciriani: "Tolleranza zero, se vogliono sempre un'ombra al loro fianco, l'avranno. Non escludo nulla, anche un daspo se possibile"

Venerdì 28 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Rifugiato pestato a sangue in pieno centro, i carabinieri a caccia della banda dei violenti

PORDENONE - Il nuovo pestaggio in centro città ad opera della banda di giovani terribili che da tempo sta creando problemi nel salotto buono di Pordenone e che sembra non abbiano paura di nulla, tantomeno delle forze dell'ordine, ha sollevato un altra ondata di indignazione. Oltre alla foto che il Gazzettino ha volutamente pubblicato del ragazzo afghano con il volto tumefatto e sanguinante perchè preso a pugni che ha senza dubbio scatenato un senso di paura perchè non è da escludere che avrebbe potuto capitare a chiunque passasse in quel momento lungo la strada di questi teppisti, c'è da aggiungere che solo alcuni mesi fa si era verificato un fatto analogo con tanto di pestaggio a danni di altri ragazzi stranieri.

In più quasi ogni giorno arrivano segnalazioni della loro presenza, rumorosa e turbolenta, da piazza San Giorgio, Corso Garibaldi, via Mazzini, la zona del Bronx. Insomma, proseguono a fare esattamente quello che vogliono.


LE INDAGINI
La sensazione ieri, legata anche al silenzio delle forze dell'ordine che sono intervenute l'altro pomeriggio, i Carabinieri, ma segnata pure da altri particolari, induce a pensare che già oggi potrebbero esserci delle novità. Quali? Difficile dirlo, anche se il sindaco Alessandro Ciriani ha parlato pure di Daspo. «Un discorso - ha spiegato il primo cittadino - è cercare di accompagna dei giovani in un percorso di reinserimento, un altro è continuare da parte loro ad avere atteggiamenti violenti, contro la legge. Se vogliono un'ombra sempre al loro fianco, l'avranno. Certo è che i margini per interventi ce ne sono, dal Daspo per i maggiorenni, sino ad altri provvedimenti. Per quanto ci riguarda siamo arrivati alla tolleranza zero». In ogni caso martedì prossimo lo stesso sindaco incontrerà il Questore.


IL COMUNE
Secca anche Elena Ceolin, assessore alla Sicurezza. «L'amministrazione comunale - spiega - è presente in tutte le zone della città, in particolare in quelle a maggior incidenza e lo si vede quotidianamente sulle strade. Credo che quanto accaduto l'altra sera si sia verificato durante il cambio di turno, ma in generale c'è praticamente sempre una pattuglia della polizia locale in via Mazzini. A oggi- ha concluso - non ho avuto comunicazioni nè dalla Prefettura, nè dalla Questura di incontri mirati su quanto accaduto. Confrontandomi con il comandante della Polizia locale, riteniamo che l'intera vicenda sia in mano alle forze dell'ordine per completare le indagini. Poi vedremo».


IL COMANDANTE
«Onestamente - spiega il colonnello Maurizio Zorzetto a capo degli agenti della Municipale di Pordenone - posso dire per esperienza che dove c'è una convivenza non integrata di diverse etnie cose come quelle accadute l'altro pomeriggio ce ne sono in continuazione. Del fatto specifico - va avanti - se ne sta occupando un altra forza dell'ordine, quindi non posso dire nulla. Visti i precedenti non sono da escludere provvedimenti in atto, ma in ogni caso non saprei cosa. Posso dire, invece, che anche se questa banda colpisce in particolare ragazzi stranieri, non credo si tratti di un disegno etnico calcolato, mirato, penso, piuttosto che prendano di mira persone che individuano come fragili, ma non italiane. Non mi pare che abbiano mai aggredito anziani o donne. Chissà cosa gli passa per la testa. Hanno un atteggiamento da bulli cresciuti, vero che molto spesso sono ubriachi, ma credo che la scelta delle aggressioni sia più lucida di quello che si pensi».


I BERSAGLI
In effetti hanno preso di mira sempre stranieri, segno che da un lato potrebbe esserci una sorta di accanimento magari dovuto a pregressi problemi di occupazione del territorio, ma anche perchè una rissa con stranieri, genera decisamente meno tensione sociale (anche se non è giusto) rispetto a una aggressione a un anziano o a un ragazzo pordenonese.

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