Rapina delle sigarette, identificati i quattro aggressori del rifugiato pestato a sangue

La vittima ha trenta giorni di prognosi. Dopo i pugni, lesioni a volto e mani

Mercoledì 3 Maggio 2023
Rapina delle sigarette, identificati i quattro aggressori del rifugiato pestato a sangue

PORDENONE - Volevano una sigaretta, si sono presi l'intero pacchetto prendendo a pugni un richiedente asilo di nazionalità afghana, il 23enne Hazdrad Bilal. Il violento episodio del 25 aprile è stato ricostruito dai carabinieri del Radiomobile, che grazie alle testimonianze e alle telecamere di videosorveglianza installate tra via Mazzini e piazzetta Cavour hanno identificato i presunti responsabili del pestaggio costato 30 giorni di prognosi al giovane immigrato.

Sono in quattro e rischiano di dover rispondere dell'ipotesi di rapina.


LE TESTIMONIANZE
Hazdrad è stato aggredito verso le 19 di martedì scorso in via Mazzini, sotto gli occhi dei tanti pordenonesi che stavano uscendo per andare a cenare fuori o rientravano dopo una passeggiata in centro. L'aggressione è stata di una violenza inaudita. Per il ragazzo, di corporatura molto esile, impossibile difendersi. In pronto soccorso gli hanno riscontrato lesioni al volto, al naso e alle mani, che si sarebbe ferito nel tentativo di parare i colpi. «Solo per una sigaretta...», continuava a ripetere in lacrime seduto su un marciapiede, il volto insanguinato e i passanti che hanno chiamato i soccorsi che gli facevano coraggio. Chi ha assistito alla scena non ha potuto far nulla per fermare il branco. I giovani - tutti di colore - erano visibilmente alterati dall'abuso di superalcolici e hanno cominciato a prendere a pugni e calci anche alcune macchine parcheggiate in strada. Impossibile avvicinarsi per tentare di mettere fine a tanta violenza senza mettere a repentaglio anche la propria incolumità.


LA FUGA
Consapevoli dell'arrivo delle forze dell'ordine, gli aggressori sono fuggiti mentre si sentivano le sirene dei carabinieri del Radiomobile e dell'ambulanza sempre più vicine al centro. Qualcuno è scappato verso via Brusafiera, altri hanno imboccato corso Garibaldi facendo perdere le proprie tracce. I controlli - già intensificati su indicazione del Prefetto dopo il precedente pestaggio all'ingresso del parco Querini, alcune settimane fa - sono stati ulteriormente potenziati. Il centro è costantemente pattugliato da auto dai Carabinieri, della Polizia di Stato, della Polizia locale e della Guardia di finanza. Non mancano forze dell'ordine in borghese. Lo sforzo chiesto dal prefetto Domenico Lione, nel tentativo di mettere un freno alle violenze, si concentra anche nella zona della stazione ferroviaria e del parco Querini, luoghi che il gruppo che sta creando scompiglio a Pordenone frequenta con una certa assiduità.

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