Rincari alle stelle, anche morire costa di più: legno a prezzi folli, ecco quanto si spende per l'ultimo addio in Friuli

Giovedì 23 Giugno 2022 di Marco Agrusti
Un funerale

L’economia, così come la sua faccia scura della luna (in questo caso la speculazione), non ha posto per i sentimenti nella sua anima fatta di numeri.

E nemmeno per il sentimento più privato di tutti: il dolore per la morte di una persona cara. L’economia considera un funerale non come l’ultimo addio, ma come un insieme di passaggi e oggetti da realizzare per fornire alla famiglia che lo richiede un tipo o un altro di servizio. Cinico, ma tremendamente reale. Così come reali sono i conti che oggi non tornano più, nemmeno a chi si deve separare da sempre più euro per salutare per l’ultima volta un parente o un amico che non c’è più. Anche la morte, nell’epoca dei prezzi che si impennano, è diventata infatti più costosa. E nemmeno di poco, se si pensa che in media i funerali in Friuli Venezia Giulia hanno subito rincari medi di 200 euro per un servizio di base.


IL PERCHÉ


Le dinamiche non sono affatto avulse rispetto alla congiuntura economica che condiziona già gli altri settori in tutta la regione. A causare l’aumento del prezzo dei funerali - già non esattamente i servizi più economici del mondo - è l’impennata dei costi legati alle materie prime, tra speculazione selvaggia, chiusura di mercati importanti e lockdown per Covid dall’altra parte del mondo. E sì, pure in questo caso c’entra anche la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Tutto deriva dalle forniture necessarie per organizzare un funerale che costano sempre di più, con rincari che toccano anche il 30–70 per cento rispetto ai prezzi praticati nei confronti delle onoranze funebri solamente fino a qualche mese fa. 


I CONTI


Nella conta dei rincari folli, non si salva nessuno. E nel settore delle onoranze funebri, delicato ma pur sempre legato a un profitto, si deve per forza di cose partire dal legno, la materia prima per eccellenza che serve a realizzare le bare. Indipendentemente dall’origine (e quindi dalla qualità dell’albero da cui proviene), il legno è più difficile da rintracciare sul mercato. Ne sanno molto le aziende del mobile, ma il problema investe anche i funerali. Uno dei bacini più importanti per l’approvvigionamento era l’Ucraina, oggi impossibilitata per ragioni belliche a fornire le quantità necessarie a calmierare i prezzi. L’opzione numero due, per la maggior parte delle onoranze funebri della nostra regione, era rappresentata dal mercato cinese. Enorme, apparentemente inesauribile, ma oggi fortemente ridimensionato a causa delle continue chiusure volute dal governo del “dragone” per contrastare ogni minima ondata di Covid. Lo stesso meccanismo che penalizza altri aziende, quindi, si è abbattuto on modo inesorabile sul business dei funerali, perché di business si tratta. I rincari vanno in media dal 30 al 40 per cento per ogni partita di legname che serve alla realizzazione delle bare. E si va anche oltre per acquistare ad esempio lo zinco, cioè il materiale che viene utilizzato nel caso in cui il riposo eterno venga garantito all’interno di un loculo a muro. Si tratta del rivestimento interno rispetto alla bara, con costi che in questo caso sono aumentati anche del 70 per cento sul mercato mondiale. Con riflessi più che ovvi sui conti delle onoranze funebri del Friuli Venezia Giulia. E ci sono infine anche dettagli che a un osservatore esterno sembrerebbero quasi non esistere. In questo momento, infatti, costa di più anche realizzare le scritte che vengono incise sulle tombe o sulle lapidi a muro. Sono generalmente fatte di bronzo, con rincari che oscillano tra il 20 e il 30 per cento. 
Il risultato porta a funerali sempre più cari, con i conti per le famiglie che diventano più pesanti di circa 200 euro. Si arriva a superare molto facilmente i 3mila euro per un funerale “standard”. 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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