Riciclaggio, droga e soldi in nero: in Fvg segnalate 2500 operazioni sospette. Si teme "l'assalto" del crimine al Pnrr

È un numero record. Il procuratore De Nicolo: «Solo l’uno per cento finisce sui nostri tavoli»

Domenica 10 Settembre 2023 di Loris Del Frate
Riciclaggio, droga e soldi in nero: in Fvg segnalate 2500 operazioni sospette. Si teme "l'assalto" del crimine al Pnrr

Soldi che girano in nero, possibile riciclaggio anche da parte di associazioni di carattere mafioso, acquisto e vendita di droga. Potrebbero esserci anche movimenti di denaro che fanno riferimento a questi segmenti malavitosi tra le quasi 2.500 operazioni sospette pervenute all’Unità di informazione finanziaria dal Friuli Venezia Giulia.

Si tratta di tutti i movimenti considerati anomali e legati a denaro che circola negli istituti di credito, Poste e intermediari finanziari.


I NUMERI
Per l’esattezza si tratta di 2.426 segnalazioni (203,1 ogni 100mila abitanti), un livello record per il Fvg mai toccato in passato. Parte del flusso - secondo gli esperti - potrebbe essere riconducibile all’ipotesi di riciclaggio. Le segnalazioni nell’80 per cento dei casi sono giunte dalle banche. Rispetto al 2021 la crescita delle comunicazioni “arrivate” dalla regione più a Est del Paese è stata del 7,2 per cento. Nel mirino il porto di Trieste e il valico di Tarvisio che sono senza dubbio due delle aree più sensibili. «Di tutte quelle segnalazioni sospette - spiega Antonio De Nicolo, procuratore Distrettuale antimafia - solo l’1 per cento arriva qui da noi. Chi le controlla, verifica anche se le transazioni avvengono tra persone segnalate per reati mafiosi, droga o altri attinenti, in quel caso la segnalazione sospetta arriva sui nostri tavoli». Ma cosa c’è dentro quelle segnalazioni? «Di tutto - va avanti il procuratore - probabilmente diverso nero, fenomeni di riciclaggio, presumibile traffico di droga, ma anche tantissimi passaggi che non hanno nulla a che fare con reati e una volta chiarita la situazione vengono archiviati».


LE MAFIE
In realtà - come scritto nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia - gli ingenti investimenti finalizzati alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, nonché i fondi previsti dal Pnrr per il Friuli Venezia Giulia - “potrebbero rappresentare in regione, data la strategica posizione geografica, una forte attrattiva per le organizzazioni criminali da sempre inclini ad estendere i propri interessi illeciti in settori economicamente appetibili dei territori del nord Italia”. Qualche tempo fa lo stesso procuratore De Nicolo aveva rincarato la dose. «Qui da noi non si spara - aveva detto - ma quello che preoccupa è il riciclaggio». Le attività d’indagine condotte nel tempo hanno evidenziato, nel territorio regionale, la presenza di proiezioni delle “mafie tradizionali”, riconducibili soprattutto alla ndrangheta, che mirano a infiltrarsi nel circuito economico legale mediante soggetti organici o vicini alle ndrine, presenti da anni in quest’area nel settore edile, estrattivo e nel trasporto per conto terzi.


CHI É A RISCHIO
Secondo la Cgia di Mestre che ha fatto l’indagine sul numero di operazioni sospette pervenute all’Unità di informazione finanziaria per quanto riguarda il Fvg, il rischio concreto è che le imprese friulane con difficoltà economiche e - visto l’aumento dei tassi di interesse - con difficoltà ad avere denaro dalle banche, possano finire nelle mani di malavitosi. La stessa preoccupazione che si legge sulla relazione della direzione investigativa e che è del resto riportata con le parole del procuratore De Nicolo. «La criminalità organizzata ha un forte interesse a immettere denaro di provenienza illecita nel mercato legale. Qui c’è un fiorente interscambio economico e fare affari può essere facile. Preoccupa poi la criminalità cinese, che fa uno smaccato uso di contanti e ha interesse a muoverli. Lo scenario post pandemia - conclude - potrebbe indurre la criminalità organizzata a penetrare nell’economia legale anche approfittando delle agevolazioni concesse alle aziende che hanno subito perdite. Oppure prestando denaro ad imprenditori in difficoltà, non solo con la formula del prestito che può diventare usura, ma anche con la mossa, ancor più subdola, dell’ingresso nel capitale sociale».

Ultimo aggiornamento: 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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