Minacciata con un coltello da cucina puntato al ventre: «O stai con me o ti squaglio nell'acido»

Mercoledì 19 Luglio 2023
Minacciata con un coltello da cucina puntato al ventre: «O stai con me o ti squaglio nell'acido»

PORDENONE - «Non vali niente senza di me». Oppure: «Tu sei mia, non permetterò a nessuno che questa storia finisca». E quando la relazione si è interrotta ha rincarato la dose: «Se non accetti di tornare con me, ti renderò la vita impossibile, tu sei di mia proprietà e non ti permetterò di stare con nessun altro... ti rovino la vita..."te squagli int a acido"». Minacce, soprusi e atti persecutori costati a un ex militare dell'Esercito, all'epoca di stanza a Spilimbergo, un anno di reclusione (i fatti, commessi tra il 2017 e il 2019, erano soggetti alla vecchia normativa). Il giudice monocratico Milena Granata ha concesso la sospensione condizionale della pena e disposto che il risarcimento dei danni venga quantificato in separata sede. La vittima, anche lei ex militare dell'Esercito, si era costituita parte civile con l'avvocato Giovanni Bianco, sostituito nel corso del processo dalla collega Laura Fagotto.
La vicenda ha come protagonisti due fidanzati della provincia di Napoli: lui oggi ha 27 anni e lei 29. Condividono lo stesso percorso lavorativo nell'Esercito, ma nel giro di un paio d'anni il rapporto degenera a causa della gelosia del ragazzo. Le prime scenate cominciano nel 2017, a Spilimbergo, quando la vittima viene minacciata con un coltello da cucina puntato al ventre, subissata di telefonate e le viene imposta il controllo sui social. A luglio 2018 i due si lascito e per la ragazza comincia un inferno fatto di telefonate dai toni minacciosi: o tornava da lui o gliel'avrebbe fatta pagare, facendole del male anche con l'acido.
La situazione è diventata insostenibile.

L'ex fidanzato si è trasformato in uno stalker che le ha alterato le abitudini di vita e generato uno stato d'ansia impedendole di incontrare gli amici, i colleghi e i conoscenti. È arrivato al punto da contattare i vicini di casa per diffamarla e per convincerli a non frequentarla. Nel novembre 2018 si sono incontrati a Roma per un confronto definitivo finito invece con strattonamenti. Il giovane era talmente geloso da arrivare al punto di contattare i colleghi dell'ex fidanzata imponendo di interrompere ogni rapporto con lei. Non si è arreso. A Natale 2018 ha preteso di incontrarla di nuovo, ma ha continuato a essere moleste e violento (sputi, schiaffi e calci), poi sono cominciate centinaia di telefonate al giorno. E quando lei ha cambiato numero, ha iniziato a contattarla con nomi fasulli sui social. La denuncia ha interrotto l'escalation di atti persecutori, in questo caso aggravati dalla relazione affettiva, dall'utilizzo di strumenti informativi e telematici. Il processo - nonostante gli episodi registrati a Roma, Napolie Giugliano - si è incardinato in Tribunale a Pordenone perché l'ex militare ha cominciato a fare stalking quando era di stanza a Spilimbergo.

Ultimo aggiornamento: 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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