Pride a Pordenone, il sindaco Ciriani: «Non darò il patrocinio. La buttano in politica e attaccano me»

Venerdì 17 Febbraio 2023 di M.A.
Pride a Pordenone: attaccato, il sindaco Ciriani tuona: «La buttano in politica. Non darò il patrocinio»

PORDENONE - «Hanno davvero scritto così? Allora cambia tutto. Non è più una manifestazione culturale, ma un attacco politico al sindaco della città, cioè a me. Trattandosi quindi di uno show dal carattere politico, in questo modo non potranno avere il patrocinio del Comune». Anche a Pordenone, va in scena un film già visto. Per la precisione l’anno scorso a Gorizia, quando il sindaco Rodolfo Ziberna aveva negato il “bollino” del Municipio al Pride. La reazione di Alessandro Ciriani alla notizia dell’arrivo della manifestazione in città, però, era stata inizialmente molto più morbida. Sono stati gli attacchi preventivi del popolo Lgbt a farlo sbottare.

 
LO STRAPPO
«Pordenone - aveva detto il primo cittadino - è una città tollerante. Lo è sempre stata. C’è spazio per tutti e ognuno può manifestare liberamente il proprio pensiero. Personalmente non andrò alla parata, ma non avrò nulla in contrario. A patto - aveva specificato - di non dover vedere alcune scene poco edificanti che ho notato in altre manifestazioni simili. Si tratterebbe di comportamenti in grado di “sporcare” anche la giusta causa di chi manifesta. Per il resto, i diritti civili di tutti devono essere protetti e rispettati». Poi, però, la lettura del passaggio nel quale gli organizzatori criticano proprio la figura del sindaco: «Purtroppo - ha detto Ciriani - parlano di cose che non conoscono e soprattutto non rispettano le idee politiche diverse dalle loro, come ad esempio le mie. Io le mie posizioni tendo ad argomentarle, ma se il “Pride” diventa un pretesto per attaccare il sindaco, allora tutto è politica, e una manifestazione politica non avrà il patrocinio del Comune».


IL PARLAMENTARE
Deciso anche l’intervento dell’onorevole Emanuele Loperfido (FdI): «Un evento a cui diamo il nostro benvenuto.

Ci lasciano però basiti le motivazioni con cui è spiegata la scelta della nostra città, associata - e in particolare la giunta di Pordenone - a termini non certo di casa quali inospitalità e soprattutto discriminazione. Perché dover far polemica a tutti i costi o denunciare qualcosa che non c’è? In attesa di capire esattamente a cosa si riferisca l’associazione Fvg Pride ci teniamo a ricordarle che Pordenone è una delle città migliori d’Italia per qualità della vita e accoglienza. In vetta alle classifiche per salute e servizi sociali. Servizi per tutti i cittadini, nel rispetto della Costituzione, senza distinzione alcuna. Descrivere Pordenone in altro modo vuol dire indossare volutamente paraocchi ideologici. Se ne accorgeranno con i loro… occhi organizzatori e partecipanti della manifestazione».


L’OPPOSIZIONE
Infine il “Civico” Salvador: « Per noi ospitare il Pride non è solo “una festa” di visibilità, affermazione e condivisione dei diritti, ma significa assumersi la responsabilità di sostenere un manifesto politico che combatta secoli di discriminazioni con politiche attive sul territorio».

Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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