Infezione all'occhio, un calvario di due anni: si rivolge all'avvocato per farsi operare

Domenica 12 Giugno 2022 di Denis De Mauro
Un intervento chirurgico

SACILE - Un malanno di quelli seri, da non sottovalutare, l'arrivo della pandemia con la macchina sanitaria costretta a fermarsi per far fronte all'emergenza, il cambio di ben tre medici di famiglia nel giro di qualche anno e anche una certa timidezza hanno concorso a creare la tempesta perfetta che alla signora Dhurata ha rischiato di costare un occhio della testa e non metaforicamente.

L'ANTEFATTO
Nel 2017 la 37enne di origini albanesi da anni residente con la famiglia a Sacile è colpita da Dacriocistite acuta, un'infezione purulenta del sacco lacrimale, a entrambi gli occhi. È una condizione piuttosto seria: molto vicino all'occhio si forma una sacca di pus, una sorta di grande ascesso che porta con se importanti ripercussioni fisiche, oltre che estetiche. Visitata, nel 2019 viene sottoposta all'intervento all'occhio sinistro all'ospedale di San Vito al Tagliamento dove fanno un ottimo lavoro.

A distanza di qualche anno, sul viso di Dhurata sotto l'occhio non c'è traccia dell'operato del medico. Poi però inizia per la signora un calvario che durerà fino ai primi mesi del 2022.

EFFETTO PANDEMIA
Nel 2020, con l'epidemia da Covid, per due anni non c'è stato il programmato secondo intervento e la 37enne ha dovuto convivere con frequenti mal di testa, capogiri e dolori perfino alla bocca e ai denti, che le rendevano difficile anche solo parlare, le minavano l'equilibrio e, in buona sostanza, la facevano vivere davvero male. Con un bubbone sempre più grosso e rosso sotto l'occhio destro, la signora si era ridotta a non uscire quasi più di casa. Nel corso dei due anni pandemici il suo caso è stato tamponato con la continua prescrizione di antibiotici che hanno finito col causarle ripercussioni allo stomaco e con sette diverse corse al Pronto Soccorso, quando la situazione si faceva più grave. Qui il personale sanitario svuotava il doloroso bubbone, ma ovviamente questo non era che un metterci una pezza, come si suol dire. La situazione era tale che la famiglia ha tentato anche la via della sanità privata, pure quella bloccata dalla pandemia. Nel mezzo, la trentasettene ha cambiato due volte il medico di famiglia che aveva e forse questo non aiuta.

SITUAZIONE INSOSTENIBILE
A dicembre del 2021 la situazione appare ormai insostenibile e, come si saprà poi per voce dello specialista, la signora rischiava conseguenze gravi che avrebbero potuto portarla a perdere l'occhio destro. Grazie all'interessamento di una nota avvocatessa sacilese, parte una lettera diretta all'Asfo, un sollecito a prendere in carico un caso che anche a chi non è medico appare come non più procrastinabile. La risposta non si fa attendere e conferma sia le difficoltà legate allo stop delle attività di routine a causa della pandemia, sia la presenza di «un congruo numero di pazienti con tale patologia in lista d'attesa», come recita la risposta del reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di San Vito. Gli specialisti però non vedono la paziente da oltre un anno ed evidentemente non hanno il quadro completo della situazione. L'avvocatessa e la famiglia di Dhurata invece si e il 3 febbraio parte una seconda lettera all'Asfo, stavolta con allegata una foto che chiarisce meglio lo stato delle cose. È la tanto attesa svolta. In meno di un mese arriva la chiamata della sanità pubblica e fissato il secondo e risolutivo intervento che scongiura definitivamente il rischio che l'infezione comprometta l'occhio destro della giovane donna. Ora si sta sottoponendo alle medicazioni post operatorie: tutto sembra essere andato per il meglio, dopo un'odissea misurata in anni anziché in mesi come sarebbe dovuto essere.
 

Ultimo aggiornamento: 14:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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