Contro il fuoco ha vinto il diluvio, spento il maxi-incendio sul monte Raut. Ora la conta dei danni

Mercoledì 27 Luglio 2022 di Lorenzo Padovan
Le operazioni di spegnimento
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La speranza era stata riposta nella pioggia.

E invece nella notte da tregenda per la fascia centrale del Pordenonese, in montagna sono caduti appena 2 millimetri d’acqua. Una quantità che ha fatto il solletico ai due incendi divampati nei giorni scorsi in Valcolvera e in Valcellina. 


IL RAUT


All’alba di ieri sono ripartiti i sorvoli dei Canadair che hanno inondato nuovamente il rogo, visibile la notte precedente persino da San Daniele del Friuli. Dopo un paio d’ore, i velivoli si sono spostati in Val Settimana, dove il focolaio sembrava riprendere consistenza. A lottare con le fiamme sono rimasti i vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile e un elicottero che faceva rifornimento d’acqua in un apposito vascone allestito a Frisanco. Le operazioni - seguite da vicino dal sindaco Sandro Rovedo - sono proseguite fino al primo pomeriggio, quando il Raut si è ricordato di essere, assieme al resto del Maniaghese, una delle zone più piovose d’Italia. Questa volta le precipitazioni sono state copiose e costanti e sono proseguite fino a sera. Già dalle 17 non si notava più alcun camino di fumo e in serata è stata dichiarata la fine dell’emergenza. Come accade sempre in questi casi, gli operatori professionisti monitoreranno il fronte affinché nei prossimi giorni qualche focolaio non riparta. La cosa più importante è stato scongiurare lo scollinamento e l’interessamento della Val Silisia, in comune di Tramonti, nel cuore del Parco delle Dolomiti friulane. 


CLAUT


Una volta tenuto a freno il rogo del Raut, i Canadair si sono diretti sul monte Piolsa, sopra la Val Settimana, in comune di Claut. Il timore era che il rogo potesse estendersi. Per questa ragione si è ritenuto prioritario circoscriverlo con numerosi passaggi dei velivoli che si approvvigionavano d’acqua nel lago di Santa Giustina, in provincia di Belluno. Per l’intera giornata il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi, ha mantenuto i contatti con il sindaco Gionata Sturam aggiornandolo in tempo reale sulla mitigazione delle fiamme, possibile anche in questo caso soltanto coi velivoli, considerata la zona impervia del rogo, scoppiato quasi sicuramente per un fulmine caduto sabato notte. Nella tarda serata di ieri, è arrivata la buona notizia: il fronte poteva considerarsi spento, anche in questo caso con il supporto prezioso del maltempo. Oggi si proseguirà il monitoraggio per evitare brutte sorprese. 
Il caso dei roghi del Friuli Occidentale è approdato ieri anche in aula consiliare regionale, attraverso il consigliere di riferimento della montagna pordenonese, Emanuele Zanon: «Dopo il Carso e l’Alto Friuli, purtroppo anche la Destra Tagliamento viene colpita dagli incendi. Questi eventi – quando non dolosi – sono un fenomeno naturale che si presenta ciclicamente. Ciò non significa che non si possano prevenire e controllare tempestivamente. Purtroppo l’abbandono della montagna non favorisce il controllo del territorio e la prevenzione», ha aggiunto Zanon. «Non si possono perdere preziosi ettari di bosco in questo modo, urge intervenire con concrete e incisive politiche per la montagna e le sue genti. Un sincero grazie agli operatori delle squadre antincendio e ai volontari che si prodigano, anche a rischio della loro vita, per spegnere questi infausti incendi», ha concluso.

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