Incendi boschivi, sul fronte del fuoco con temperature di 80 gradi. Pompieri stremati

Domenica 24 Luglio 2022 di Camilla De Mori
Vigili del fuoco stremato

UDINE - «Vicino al fronte di fuoco si superano i 70-80 gradi. Si può stare un attimo. Poi bisogna idratarsi e scappare». Giovanni Urban, vigile del fuoco esperto, è operativo sugli incendi nella zona della Val Resia «dalla prima ora» e la voce tradisce un po’ la stanchezza. Attivo da martedì, l’altra notte e ieri mattina Giovanni, 41 anni, di Tolmezzo, papà di due bimbi di 9 e 7 anni, è stato «anche sul fronte di fuoco» affrontando temperature inimmaginabili. «Noi siamo la squadra di terra. Nei primi giorni abbiamo dovuto evacuare quasi 50 persone: le abbiamo scortate in sicurezza. Adesso, con la bretella provvisoria hanno una maggiore autonomia». Con l’emergenza a Resiutta e in Alto Friuli, «stiamo facendo i doppi turni. Siamo sempre lì. La squadra che monta sale, quella che smonta va in distaccamento, perché c’è anche l’ordinario da coprire, come gli incidenti stradali. Purtroppo - dice Urban, anche coordinatore della Fns Cisl di Udine - la carenza di organico supera il 20%, l’età media è alta e noi siamo sempre di meno». Non ci sono soste. «Ho un collega che ha fatto 24 ore a Resia e il giorno dopo è partito per il Lisert. È una situazione molto impegnativa.

Ma la gente ci vuole bene. Ci portano da bere e da mangiare. Abbiamo il sostegno della gente, ma poco quello delle istituzioni».

IL CAPOSQUADRA

Ieri, per il caposquadra Roberto Zotton, 51 anni, di Treppo Ligosullo, è stato il primo giorno a Resiutta. «Ci sono un paio di fronti. Uno adesso sembra sotto controllo, mentre quello più basso continua a bruciare. Si sono concentrati lì sia gli elicotteri sia i canadair - raccontava nel primo pomeriggio - mentre noi salvaguardiamo la parte alta a protezione delle abitazioni di Stavoli Ruschis, oggi usate come case vacanza. Non ci sono residenti: vengono su a salvaguardia delle case, ma la sera scendono, che non si sa mai». Ieri mattina la situazione si era «un po’ calmata. Siamo sul limitare del fronte di fuoco. Il grosso lo stanno facendo i mezzi aerei. In mezzo ai boschi è tutto fumo e cenere, l’aria è irrespirabile. In questi giorni si è lavorato tantissimo “in piccolo”, con piccoli mezzi e “naspetti” per l’acqua. Ne abbiamo 80 metri. Con quelli siamo riusciti a spegnere tutti i focolai che ogni tanto si riattivano. Non sembra mai finita. Finché non arriverà una bella pioggia». Il ritmo è sostenuto. «Ci hanno raddoppiato il turno. Smontando, si garantisce la notte in distaccamento, mentre la squadra nuova viene a darci il cambio sull’incendio».

TURNI RADDOPPIATI

Per capirsi, mentre «di solito facciamo 12 ore di diurno, poi 12 di riposo, 12 ore di turno notturno e 24 ore di riposo, adesso si fanno 24 ore di turno, di cui 12 sul fronte e 12 al distaccamento, poi si riposa per 12 ore e se ne rifanno altre 24, perché si presume che fino a lunedì la situazione non si tranquillizzi», dice Giuseppe, che è del distaccamento di Gemona. Ma ieri, per coprire un capo ammalato, a fine turno è andato a Tolmezzo. «Quando si rientra in distaccamento, può accadere qualche incidente stradale, come l’altra sera a Paluzza, ma è un caso eccezionale. Questi raddoppi di turno ci sono solo in occasione delle calamità. Ma questa è un’emergenza che sembra non finire mai». I vigili del fuoco della nostra provincia sono impegnati anche sul Carso, come quelli pordenonesi. «È stato impegnativo. Era un inferno di fuoco», racconta un pompiere friulano sulla trentina, da poco di ruolo, impegnato nei giorni scorsi nella fascia del Vallone. «Sul fronte abbiamo fatto spegnimento e bonifica. Sono situazioni che provano il fisico. 12 ore sono lunghe. La situazione richiede anche di andare un po’ oltre il proprio limite». E tutto per uno stipendio per lui «ancora da allievo sui 1.500 euro netti. Ma questo, per noi che lo facciamo, è il lavoro più bello del mondo. Ci ripaga la bellissima risposta della popolazione».

Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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