"Fuggono" in montagna: da San Paolo del Brasile la storia al contrario di Caire e Samuele

Con i due bambini hanno attraversato l'Oceano e sono venuti a vivere a Casso. "Siamo innamorati di questo posto"

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Giulia Soligon
Da San Paolo del Brasile a Casso, la storia di Caire e Samuele
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ERTO E CASSO - Da San Paolo del Brasile a Casso. Un oceano di mezzo, più di 10mila chilometri di distanza e un fuso orario di quattro ore. È la storia al contrario quella di Caire Notaro e Samuele Moreira Cesar, due genitori brasiliani che dalla grande città hanno scelto di vivere e crescere i loro figli in una casa di questo borgo sperduto tra le montagne friulane. Non c'è sentimento di rinuncia nelle loro parole, ma solo la felicità di sentirsi a casa anche dall'altra parte del mondo. E se il rigido inverno mette alla prova tutti, ancora di più loro, nelle cui vene scorre tuttora la saudade di quel caldo equatoriale. L'incontro con Caire è del tutto casuale. Alle quattro di pomeriggio al punto di ristoro del paese i discorsi vogliono in primo piano il tema dello spopolamento della montagna, sul quale nelle ultime settimane sono tornati a riaccendersi i riflettori.

Quando entra lei, venuta a prendere la figlia, lasciata con un vicino di casa che la segue nei compiti di scuola.


L'INTERVISTA
«Il freddo comincia a farsi sentire. D'estate si sta meglio» confessa Caire, «ma nulla scalda più il cuore come il sorriso dei nostri bambini che per la prima volta toccano la neve». «Per loro è stata un'emozione unica» racconta il papà, ripescando dal telefono le foto che li ritraggono sdraiati sulla neve, pieni di entusiasmo e curiosità dall'avere tra le mani quella che, per i più piccoli, è sinonimo di magia del Natale. E così ai diciotto abitanti di Casso se ne sono aggiunti altri quattro. Sei, se si contano i due cani «brasiliani anche loro» scherza Caire, mentre si prepara per iniziare il turno di lavoro. Sia lei che il marito hanno trovato un'occupazione a Longarone, Caire come addetta alle pulizie in un'azienda, Samuele, invece, operaio in una fabbrica che costruisce occhiali.


L'ARRIVO IN ITALIA
Per prima è arrivata Caire. Dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana è scattata la ricerca di una casa. «Gli affitti a Longarone erano improponibili. Alcuni ci hanno risposto che stranieri lì non ne volevano. Qui a Casso ho conosciuto una signora che gestisce un B&B e che si è resa disponibile a darmi una sistemazione temporanea per due mesi, nell'attesa trovassi qualcosa di più stabile. Poi, lo scorso gennaio è arrivato mio marito con i due bimbi. Un signore ci ha detto che aveva una casa libera e così abbiamo colto l'occasione. Ora è un anno che siamo qui». Alla porta d'ingresso è già appesa una ghirlanda. Le finestre trasudano di spirito natalizio con stelle, pigne e qualche pallina dell'albero. Varcata la soglia, poi, il clima è quello brasiliano, di spensierata allegria, di cui ne sono protagonisti soprattutto i bambini con i loro amici a quattro zampe.


LA VITA IN PAESE
Tra passeggiate e pomeriggi in compagnia scorre ancora linfa vitale in questo paese. Non ci saranno gli agi del centro urbano, con le sue luci e i suoi motivi d'attrazione, ma sorprese che per i bambini valgono più di mille favole lette sui libri. «Ci siamo innamorati di questo posto e delle sue montagne, la cui vista è mozzafiato. Non ci sono altre parole per descrivere quanto belle sono. Qui mi sento tranquilla a lasciare i miei figli giocare all'aria aperta. Ci conosciamo tutti e facciamo tutto insieme». Ecco allora che un borgo di pochi abitanti non è più solo un luogo in cui piantare nuove radici, ma una grande famiglia allargata, dove tutto c'è e se manca qualcosa, il vicino di casa sicuramente ce l'avrà. «La domenica andiamo a Messa insieme, d'estate facciamo la festa in piazza. Più volte organizziamo pic nic nel bosco con i bambini». Un'esperienza che Caire definisce «buonissima», perché, oltre alla bellezza delle montagne, c'è la generosità di chi ti accoglie e ti fa sentire a casa. «Quando usciamo con i cani a passeggiare, per i bambini è sempre una sorpresa. Vediamo cervi, asini. Una volta anche un lupo». E dalle favole ai banchi di scuola, l'educazione scolastica dei due si svolge a Longarone. «Il più piccolo va ancora all'asilo, l'altra in prima elementare». Tutto quindi ha il sapore di una grande famiglia, con la quale il rapporto è di reciproco supporto. Non solo casa, escursioni e ritrovi con la comunità, ad attirare i vicini è anche il piccolo orticello che la famiglia brasiliana ha deciso di piantare. «Tutti vengono a mangiare il nostro cavolo nero. Così piace ai bambini, che possono sempre contare sulla compagnia di qualcuno».

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Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 17:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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