Aule deserte per la festa di fine Ramadan: in Friuli Venezia Giulia sono più di 20mila gli studenti stranieri

Pioggia di assenze, il piccolo alle elementari: in alcuni casi classi decimate ieri per la più importante tradizione religiosa del mondo musulmano

Giovedì 11 Aprile 2024 di Marco Agrusti
Aule deserte per la festa di fine Ramadan: in Friuli Venezia Giulia sono più di 20mila gli studenti stranieri

Durante il periodo natalizio non si va a scuola. E un fatto del genere non farebbe notizia. Senza contare il fatto che la fine di dicembre coincide praticamente da sempre con un periodo di ferie per tutto il Paese e di chiusura degli istituti scolastici. Ma anche il Friuli Venezia Giulia sta cambiando. Sta cambiando soprattutto la composizione etnica e geografica di provenienza della sua popolazione più giovane, cioè quella che frequenta le aule delle scuole. E lo si è notato ieri, quando in corrispondenza della fine del Ramadan, la più importante tradizione religiosa del mondo musulmano, le classi del Friuli Venezia Giulia si sono parzialmente svuotate


COS’È SUCCESSO

Un normale mercoledì mattina, gli alunni tutti in classe. O meglio, quasi tutti, perché in realtà ieri mattina le aule delle scuole del Friuli Venezia Giulia si sono parzialmente svuotate proprio in corrispondenza con la festa di fine Ramadan, a testimonianza di come la composizione delle aule - soprattutto alle elementari e alle scuole medie - sia ormai cambiata e di come la percentuale di bambini di fede musulmana sia in aumento rispetto al passato. È bastata una rapida ricognizione con i presidi dei più importanti istituti comprensivi, infatti, per avere un dato “grezzo” in grado di fotografare la situazione: in media, ieri mattina, erano assenti due alunni per classe a causa del Ramadan. E questo solamente in provincia di Pordenone, mentre se ci si riferisce al Friuli Centrale si è saliti a una media di tre assenti per classe per motivi legati alla fede.

Emblematica la percentuale di Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove in alcuni casi si sono toccate punte del 50 per cento. Si tratta a conti fatti di vere e proprie assenze, perché le scuole del Friuli Venezia Giulia ieri erano regolarmente aperte. Ma si è fatta sentire eccome la percentuale di alunni stranieri che ormai fanno parte del tessuto scolastico regionale. 


LA PANORAMICA

La fine del Ramadan è solamente uno dei termometri in grado di misurare l’evoluzione della società friul-giuliana del prossimo futuro. In realtà la popolazione di origine straniera non è legata solamente alla fede islamica, ma molto più variegata. Secondo i dati elaborati dall’Ires del Friuli Venezia Giulia, infatti, la quota degli studenti stranieri che frequentano gli istituti della nostra regione supera ormai stabilmente quota 20mila. L’incidenza percentuale degli alunni di provenienza estera è molto alta nella scuola dell’infanzia, con un 16 per cento di stranieri. Si scende al 15 per cento alle elementari e al 14 per cento alle medie. Dati molto più elevati (praticamente doppi) rispetto a quelli che si registravano dieci anni fa sullo stesso territorio. 
Solo in provincia di Pordenone, ad esempio, gli studenti di origine straniera che frequentano gli istituti del nostro territorio sono 6.752, sempre secondo i dati rielaborati dall’Ires del Friuli Venezia Giulia. In provincia di Udine, invece, la quota sale a 7.360 alunni. Alta la percentuale in provincia di Gorizia, dove come sempre incide il caso Monfalcone: nell’Isontino, infatti, gli alunni di origine straniera sono 3.135. Solamente a Monfalcone - è il dato più aggiornato a disposizione - ci sono 43 alunni stranieri ogni cento che frequentano gli istituti scolastici del comune dei cantieri. In tutto il Friuli Venezia Giulia, invece, i bimbi e ragazzi di origine straniera che siedono sui banchi di scuola sono 13,4 ogni cento iscritti.
E poi ci sono le provenienze. In provincia di Udine, ad esempio, il 19 per cento è rappresentato da rumeni e il 16 per cento da albanesi. In provincia di Pordenone il 23 per cento ha origini romene e il 17 per cento albanesi. Torna ancora il caso Monfalcone, perché lì il 62 per cento è originario del Bangladesh. In tutti i casi, però, nella maggioranza delle situazioni si tratta di bambini che sono nati sul suolo italiano. Si parla quindi di seconde generazioni, che rappresentano uno dei pilastri fondamentali per un futuro percorso di integrazione nella nostra regione. 

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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