Belluno. Cristiani e musulmani a cena insieme: il vescovo e l'imam invitano i cittadini. Si inizia a mangiare al tramonto per il Ramadan

Sabato 6 Aprile 2024 di Giovanni Santin
Il vescovo e l'imam

BELLUNO - L'effetto scenografico sarà sicuramente forte. Ma il senso vero dell'iniziativa in programma questa sera, sabato 6 aprile, e che avrà come teatro lo spazio fra i due giardini davanti a porta Dante, in pieno centro cittadino, sta nello sforzo comune di cristiani e musulmani di conoscersi. L'appuntamento è per le 19,51 quando le tavole saranno imbandite per una cena multietnica durante la quale saranno serviti piatti tipici delle due tradizioni. L'orario non è scelto a caso, ma corrisponde al tramonto del sole e quindi all'interruzione del Ramadan, che si chiama iftar.

In questo periodo, infatti, i musulmani digiunano dall'alba al tramonto. E quando il vescovo Renato Marangoni e l'imam di Belluno Zakhariae Mohssine hanno cercato un modo per celebrare, e farlo visibilmente, il fatto di sentirsi fratelli, pur con fedi diversi, hanno scelto di organizzare questa occasione conviviale.

LA CONDIVISIONE

L'appuntamento è stato presentato ieri nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella curia diocesana e durante la quale più voci hanno spiegato il valore di un'iniziativa che pone Belluno all'avanguardia nel dialogo interreligioso. La data è stata condivisa e non corrisponde alla fine del Ramadan che invece cade il 10 aprile. «Se questa è una prassi già affermata in città come Milano e Torino ha detto Pierangelo Pierobon della comunità islamica bellunese che complessivamente conta circa 4.000 membri in tante altre città anche più grandi non è mai stato organizzato niente di simile. E le comunità cristiane e musulmane bellunesi sono state pioniere anche quando, alcuni anni fa, avevano organizzato un viaggio insieme in Marocco». Il vescovo monsignor Marangoni e l'imam Mohssine hanno sottolineato il valore del cibo condiviso: «Quando si mangia insieme ci si conosce e allora non si può volere il male dell'altro». Una convinzione radicata in entrambe le culture e ribadita anche dai rispettivi modi di dire in uso su entrambe le sponde del Mediterraneo.

L'UNIONE

Una proposta che, è stato detto, vuole invertire la narrazione dominante. Quella cioè che vuole le due religioni reciprocamente ostili. «La mia fede viene rafforzata nel confronto con l'imam», ha detto Marangoni. «Siamo tutti fratelli ha risposto Mohssine e vogliamo dare un'immagine positiva di noi e così del rapporto e delle relazioni che abbiamo con i cristiani». Queste le riflessioni di Giulio Battaiola, del movimento dei Focolari: «Ci ritroviamo a cena per gustare il cibo degli altri, per conoscere i sapori e il sapore degli altri. Conoscersi in questo modo è importante: perché lo facciamo al di là delle parole, che sono tante. La conoscenza è più forte dell'ignoranza, il bene vince il male, il bello prevale sul brutto: e noi lo vogliamo praticare davvero e farlo insieme».

LA PROPOSTA

Fra i presenti, anche don Giuseppe Bratti, direttore dell'Ufficio diocesano per l'ecumenismo, don Francesco D'Alfonso (Caritas diocesana) e Abdel Aziz Al Aammari che hanno a loro volta ribadito il valore di un'iniziativa nuova per la provincia di Belluno. E se fra i significati del Ramadan vi è anche quello di digiunare in solidarietà con chi digiuna, la cena di questa sera, che si svolgerà in piedi, vuole al contrario condividere il cibo e le bevande con quelle stesse persone che faticano a trovare sostentamento per sé. La proposta è aperta a tutti e l'organizzazione diocesi di Belluno-Feltre, Movimento dei Focolari, Federazione regionale islamica de Veneto, comunità islamica di Belluno - che in un primo tempo avrebbe voluto affidare a ciascuno dei convitati il compito di portare un po' di cibo, ha invece dovuto assegnare affidare l'incarico ad un catering, perché il cibo deve essere sempre e comunque tracciato.

Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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