PORDENONE/UDINE - Vetrine spente prima dell’ora e città al buio.
LUCI SPENTE
Il primo passo sarà quello di spegnere le vetrine una volta chiusa l’attività. «Non saranno certo le nostre vetrine a illuminare il centro città - ha chiosato ieri un importante imprenditore commerciale di Pordenone - ma non per cattiva volontà, ma perché non si riesce più a tenere i conti sotto controllo. Del resto - ha concluso - se i sindaci spengono i lampioni pubblici, la stessa cosa faremo noi con le nostre vetrine». Luci spente, dunque, e questo è un provvedimento che adotteranno in tanti. Con le città buie diminuisce anche la sensazione di sicurezza. Ma non è l’unica cosa che i negozianti hanno intenzione di fare. Tra le ipotesi, infatti, c’è pure quella di chiudere i negozi almeno un’ora, forse un’ora e mezza prima rispetto all’orario attuale. Come dire alle 18 o alle 18.30. Una azione che potrebbe essere messa in pratica operativamente nei mesi più “morti”, quelli nei quali l’attività incassa meno. Da ottobre, dunque, a metà novembre.
I NUOVI LED
Chi ha avuto la possibilità di farlo si è già tirato avanti. Molti, infatti, hanno cambiato le lampadine del negozio sostituendo quelle più vecchie con i led di ultima generazione. Consumano meno, ma non sono certo la soluzione al problema, così come sono palliativi il fatto di spegnere le vetrine durante la notte (cosa che già diversi operatori commerciali fanno) oppure chiudere anticipatamente il negozio. Resta il fatto che in questo momento è necessario, in ogni caso, cercare di tirare la cinghia e risparmiare.
IL PRESIDENTE
Giovanni Da Pozzo guida la Camera di Commercio di Udine e Pordenone ed è anche presidente di Confcommercio regionale. «Cosa vedo per il futuro? Nulla di buono». Pur essendo di fondo un ottimista anche per lui l’autunno sarà preoccupante. «Sento gli associati - spiega - e non c’è sicuramente l’aria dei giorni migliori. Capisco chi vuole spegnere le vetrine o chiudere il negozio prima dell’orario: credo che si fa di tutto per tirare avanti. Si tratta, però, di palliativi. Serve invece una strategie che va ben oltre il sottoscritto. Penso al Governo e all’Europa. Solo così potremo uscirne. Nel nostro piccolo - va avanti - abbiamo già messo in campo delle barriere. Abbiamo consulenti ai quali i negozianti possono rivolgersi mostrando la bolletta per capire se è corretta a fronte degli aumenti, ma se arrivano nuove offerte da parte di altri gestori possono farsi aiutare a valutare se quell’offerta è migliore, oppure non cambia nulla. Inoltre - conclude - la settimana prossima avremo l’incontro con la Regione per capire quale tipo di interventi urgenti si possono attuare. Da parte nostra chiederemo aiuti concreti e veloci perché le sofferenze si stanno allargando a macchia d’olio».