È uno dei primi effetti della “guerra del gas”: per sedersi all’aperto a bere un bicchiere in un bar, bisognerà armarsi di coperta.
LE SCELTE
La maggior parte dei baristi e dei ristoratori delle province di Udine e Pordenone ha già scelto: i dehors non saranno riscaldati per tutto l’inverno. «Ho una terrazza riscaldata a pavimento - spiega Sabrina Gardonio, barista di Pordenone centro - e già nel picco del freddo dell’anno scorso ho pagato moltissimo, quasi 5mila euro al mese. Le persone, se lo vorranno, staranno fuori al freddo come avviene alle Casette di Natale».
«Siamo di fronte a qualcosa di mai visto - è sincero Fabio Cadamuro, della Fipe pordenonese -. Io nel mio bar non tirerò nemmeno fuori i funghi riscaldanti. Speriamo che la gente capisca la nostra scelta. Ora arriveranno anche i bollettini per la Cosap. Vorrà dire che per tutto l’inverno si berrà fuori al freddo, consapevoli che potremo affrontare un’ulteriore riduzione della clientela. Credo che pochissimi decideranno di utilizzare lampade riscaldanti o funghi da esterno. Le lampade, ad esempio, consumano almeno 1,5 kilowatt all’ora». Un salasso insostenibile, con i costi attuali dell’energia. «Una soluzione - spiega sempre Cadamuro - potrà essere rappresentata dall’uso delle coperte». Avviene già comunemente in Alto Adige, ma l’idea era stata bocciata durante le fasi più dure della pandemia. Troppo rischioso riutilizzare coperte “indossate” da altri in precedenza. Ora però sarà necessario ripensare a questa soluzione. «I consumi dei dispositivi per riscaldare le aree esterne dei locali - rincara la dose Antonio Dalla Mora, presidente Fipe Udine e consigliere nazionale dell’associazione - sono semplicemente delle follie in piena regola. Vedremo sicuramente qualche coperta in più, ma niente “funghi”. Si beve al freddo e basta».
CONSEGUENZE
Il rischio serio è però anche un altro. «I grandi plateatici - spiega sempre Dalla Mora -, che si sono ampliati man mano durante il periodo del Covid rischiano adesso di rimanere semi-deserti. E qualcuno rinuncerà anche ad occuparli, riducendo gli spazi all’aperto. D’altronde sarà necessario fare bene i conti per poter sopravvivere a questa batosta inattesa». E c’è chi già ha ridotto l’utilizzo del suo dehors, come il ristoratore pordenonese Carlo Nappo. L’area al di fuori del ristorante La Catina è aperta solamente nei fine settimana e la scelta diventerà probabilmente permanente anche d’inverno, dal momento che si tratta di uno spazio molto grande da riscaldare. Tutti gli esercenti stanno attendendo i nuovi prezzi delle bombole di gas. Ma non saranno buone notizie, ormai pare assodato.