Caro energia, proposta Cgil: «Domenica negozi sempre chiusi per tagliare i costi delle bollette»

Martedì 30 Agosto 2022 di Mattia Zanardo
Il caro bollette sta mettendo in difficoltà i commercianti
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TREVISO -  Tenere i negozi chiusi la domenica per risparmiare sui costi energetici. E’ l’idea lanciata da Alberto Irone, segretario provinciale del sindacato di categoria Filcams Cgil, per fronteggiare il caro bollette che sta mettendo in crisi anche il settore del commercio e dei pubblici esercizi. Per i rappresentanti delle imprese del terziario trevigiano di Confcommercio, tuttavia, una proposta simile deve essere discussa negli opportuni tavoli istituzionali e, soprattutto, compiendo una valutazione più ampia delle ricadute sui servizi a disposizione di cittadini e turisti. Necessari anche nei giorni festivi.

IL PROBLEMA
Nei giorni scorsi proprio l’associazione imprenditoriale aveva lanciato un ulteriore grido d’allarme per l’escalation dei prezzi di elettricità e gas (oltre che delle materie prime), e aveva annunciato l’esposizione in vetrina delle bollette proprio per far dimostrare il peso sempre meno sostenibile dei rincari.

Da qui parte Irone:«Quello del caro bollette è una partita che coinvolge tutti, dagli imprenditori ai consumatori - afferma il segretario generale della Filcams Cgil di Treviso -. Le richieste di aiuti avanzate dal mondo dell’impresa devono fare il paio con gli interessi dei lavoratori e delle famiglie, che subiscono non solo i drammatici effetti del caro vita, ma anche il mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, quello del commercio è scaduto da tre anni, perdendo un adeguamento economico salariale, oggi più che mai indispensabile». E allora, tra le misure per cercare di contenere i consumi energetici, il dirigente sindacale trevigiano propone di tenere abbassate le saracinesche la domenica: «Le stime da anni ormai ci consegnano un quadro che conferma, al netto del periodo di saldi, tra l’altro sempre meno attrattivi, la poca marginalità delle aperture domenicali di negozi ed esercizi commerciali - sottolinea Irone -. Un giorno di chiusura, allora, aiuterebbe a contenere alcune spese, come quelle energetiche, e permetterebbe una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti».


IL RIPOSO
Il leader della Filcams, infatti, guarda anche al tema del riposo festivo: «Ci affacciamo a mesi complessi, sostegni e correttivi valgano per il mondo dell’impresa, come per quello del lavoro, mettendo in campo aiuti per il settore e sottoscrivendo un buon rinnovo del contratto collettivo nazionale. Si riapra una riflessione, anche sul nostro territorio, sulla questione delle aperture domenicali e della conciliazione vita-lavoro».


LA RIFLESSIONE
Dania Sartorato, presidente dell’Unione provinciale di Confcommercio, tuttavia, invita ad una valutazione più approfondita: «Ben vengano le proposte, ma vanno portate al tavolo con le parti sociali e anche le amministrazioni locali». Al di là della questione di metodo, la leader degli imprenditori del settore ricorda come il tema abbia molteplici implicazioni:«Innanzitutto le aperture festive sono regolate da normative e accordi appositi: proprio per questo occorre confrontarsi anche con le istituzioni. Non solo, rispondono ad esigenze sociali ed economiche, che vanno anche oltre il tema delle bollette, a partire dal servizio offerto a residenti e turisti». Insomma, proprio mentre il turismo pure nella Marca sta trainando la ripresa post pandemia, si rischierebbe di trovarsi con centri storici e paesi senza un bar o un negozio attivo in giorni di grande afflusso. E così, per risolvere un problema, se ne creerebbe un altro altrettanto grave. Per questo, conclude Sartorato, «il caro energia va affrontato in modo strutturale a livello governativo».

Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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