Gli striscioni calati sui muri delle scuole superiori: «Che tu sia davvero l'ultima»

Martedì 21 Novembre 2023 di Marco Miazzo e Luca Marin
Gli striscioni calati sui muri delle scuole superiori: «Che tu sia davvero l'ultima»

PADOVA - Il ricordo di Giulia Cecchettin non si è limitato all'Università. Nella giornata di ieri tutte le scuole del padovano hanno osservato il minuto di silenzio per ricordare la giovane. Gli studenti padovani, fortemente colpiti da questa vicenda, si sono spinti ben oltre il semplice ricordo e rilanciano per sabato l'appuntamento allo sciopero studentesco, in concomitanza alla Giornata internazionale contro la violenza di genere, in cui Giulia sarà portata come un simbolo, affinché di femminicidi non ce ne siano più.
Ieri in tutte le scuole superiori padovane sono stati affissi striscioni in memoria di Giulia. «L'amore vero non umilia, non picchia, non uccide. La scuola deve cambiare affinché Giulia sia davvero l'ultima» recita uno striscione sulla cancellata del Tito Livio, il liceo in cui si era diplomata Giulia Cecchettin.
«Il ruolo dell'istruzione deve essere centrale nel decostruire la violenza sistemica a cui tutte noi siamo sottoposte.

Non si tratta di mostri o di raptus, si tratta di una società che ci abitua alla violenza, al possesso e alla sopraffazione - affermano i rappresentanti degli istituti padovani -. Le scuole devono iniziare seriamente a parlare di educazione sessuale, all'affettività e al consenso. Non bastano le promesse del ministero, non basta parlare genericamente di violenza sulle donne, non bastano proposte di formazione incatenate solo alle dinamiche binarie. Dalle università alle scuole, non vogliamo più stare in silenzio, serve una presa di coscienza collettiva».


LE RICHIESTE
Per gli studenti padovani ora serve più che mai introdurre l'educazione sentimentale e affettiva nelle scuole. «Le nostre scuole potrebbero essere antidoto a tutto questo, ma decidono di non esserlo - denuncia la Rete degli studenti medi -. Non sono pronte a parlare di violenza sistemica al punto che in alcuni licei persino i dirigenti hanno impedito di calare gli striscioni, o hanno rivolto commenti sarcastici agli studenti impegnati nel farlo. Serve ricostruire tutto partendo da qua, serve che le scuole cambino radicalmente, affinché Giulia sia davvero l'ultima».
Nel frattempo, gli studenti e i rappresentanti delle scuole stanno scrivendo una lettera indirizzata a tutte le scuole, le istituzioni e al ministero, per chiedere che ci si assuma la responsabilità di creare dei percorsi di formazione strutturati, dalla prima superiore alla quinta, continuativi e ricolti ad ogni singolo studente e studentessa.


I PIÙ PICCOLI
Anche gli studenti della scuola media dell'istituto comprensivo Parini ieri mattina a mezzogiorno hanno ricordato Giulia Cecchettin e le 100 vittime quest'anno di femminicidi in Italia. In classe i ragazzi con i loro professori hanno dedicato 30 minuti per riflettere su quello che è successo e dall'ultimo piano della scuola sono scesi due striscioni che riportavano alcune frasi pronunciate dal papà di Giulia.
Quattro docenti hanno suonato un brano musicale davanti a tutti gli studenti della medie scesi nel piazzale della scuola ad ascoltare la breve ed intensa riflessione del dirigente scolastico Francesco Gullo: «Quello che è successo a Giulia può capitare a tutti - ha detto il preside -. Diventare grandi non vuol dire solo crescere ma capire e veramente amare chi ci sta attorno».

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